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Miotto in Italia. Il papà: "Voglio la verità"

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Tornata la salma dell'alpino ucciso venerdì in Afghanistan. Lunedì funerali solenni a Roma / SONDAGGIO

Giulio Bucchi
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La salma di Matteo Miotto, il'alpino ucciso venerdì in Afghanistan da un cecchino, è tornata in Italia. Il C-130 dell'Aeronautica militare italiana è atterrato alle 10,08 all'aeroporto di Ciampino. A bordo dell'aereo, anche il generale Giorgio Cornacchione, comandante Centro operativo vertice interforze.  La camera ardente sarà aperta dalle 16.30 alle 19 al policlinico militare del Celio, lunedì i funerali solennialla chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, dopo la quale il corpo del caporal maggiore Miotto verrà trasferita a Thiene, sua città di nascita.  Intanto i genitori del 24enne chiedono lumi sulla dinamica dell'attacco. "E' legittimo chiedere come è morto un figlio - spiega il padre Francesco, 63 anni -. Ieri mi hanno chiamato i suoi comandanti dall'Afghanistan dicendo che era stato colpito ad una spalla, poi adesso si parla di un colpo che l'avrebbe raggiunto al fianco. Ci sono delle versioni che non sono concordanti, non voglio alzare polemiche ma noi famigliari vogliamo capire cosa è successo". La madre Anna Dal Ferro, invece ricorda l'ultima telefonata con il figlio: "Con Matteo ci siamo sentiti dopo Natale e avevamo in programma di fare una grande festa con gli amici e i parenti quando sarebbe tornato a fine gennaio". "Lui - prosegue - ce l'aveva nel sangue il mestiere dell'alpino, il desiderio di aiutare gli altri, e io ho sempre appoggiato le sue scelte". I genitori di Matteo Miotto sono partiti in mattinata da Thiene per raggiungere Roma dove attenderanno l'arrivo dall'Afghanistan della salma del figlio insieme alla fidanzata del ragazzo e altri tre parenti. IL SENATUR - Il leader della Lega Umberto Bossi  fa sue le parole del ministro La Russa: "Il problema è che quelli che non tornano sono troppi", ha detto il Senatur a proposito della missione italiana in Afghanistan, aggiungendo che "il Paese non è contento ma se gli Stati Uniti non fossero andati in Afghanistan avremmo il terrorismo in tutta Europa". L'ATTACCO - Miotto è morto per mano di un cecchino nel Gulistan (provincia di Farah), una delle aree più calde del Paese. Come riferito dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, il soldato "era di guardia a una torretta a Sud della zona sotto controllo italiano, quando un colpo di fucile sparato da lontano da un cecchino lo ha colpito al fianco, proprio in una parte del corpo non protetta". Nella regione al confine con l'Helmand dal primo settembre operano gli alpini del 7/o reggimento di Belluno, che costituiscono l'ossatura della Task force south east, composta anche da militari di altri reparti. Il 4 ottobre scorso, proprio nella valle del Gulistan, si verificò l'imboscata in cui morirono altri quattro soldati italiani. "Un altro lutto - ha commentato La Russa - che arriva in un giorno che doveva essere di festa. Ci sono stati troppi lutti in Afghanistan tra i nostri soldati". In questi pochi mesi i militari italiani hanno portato avanti una serie di iniziative (tra cui quattro progetti di cooperazione civile-militare) con "notevole successo", come ha sottolineato solo qualche settimana fa il generale David Petraeus, comandante della missione Isaf in Afghanistan. Il ministro ha già annunciato di voler volare in Afghanistan subito dopo i funerali del giovane.

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