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Bondi, mozione sfiducia: futuristi con Pd e Idv?

Il ministro: "Farsa umiliante". Voto in Aula a fine gennaio. Intanto nell'ufficio di Fini si discute di alleanze con la sinistra

Andrea Tempestini
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Il giorno del giudizio per Sandro Bondi cadrà nell'ultima settimana di gennaio. La mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Culturà sarà esaminata e votata dall'Aula tra il 24 e il 28 di questo mese. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo a Montecitorio. NELL'UFFICIO DI FINI - La mozione è stata presentata dal Pd e dall'Idv dopo il crollo della Domus dei gladiatori a Pompei. E con la sinistra potrebbe schierarsi anche la pattuglia futurista guidata da Gianfranco Fini. Secondo alcune indiscrezioni, nella mattinata di martedì, l'ufficio del presidente della Camera avrebbe ospitato una riunione. All'ordine del giorno, ufficialmente, "le prossime mosse del Terzo Polo dopo la ripresa parlamentare", ma ufficiosamente "la posizione da assumere sulla mozione di sfiducia presentata dal Pd". LA REAZIONE DI BONDI - Per il diretto interessato, Sandro Bondi, "se fosse vero" che si è discusso delle intenzioni di voto, "considererei anche questa vicenda come una grave mancanza di rispetto, quanto meno formale, del ruolo delle istituzioni". Il ministro ha poi aggiunto: "Naturalmente, considerato che ormai in Italia la convenienza politica momentanea fa agio su ogni questione di principio, anche questa denuncia cadrà nel vuoto, ma in compenso tutti potranno esercitarsi nel facile gioco di chiedere le mie dimissioni". In serata il Ministro è tornato a parlare e ha affermato: "Mi verrebbe da ridere se non dovessi sopportare questa farsa indecorosa e umiliante. Apprendo che Casini ha delegato Rutelli e Buttiglione, impareggiabili ministri dei Beni culturali, grazie ai quali la gestione del nostro patrimonio storico artistico ha raggiunto risultati insuperabili, di decidere il voto sulla mozione di sfiducia individuale presentata contro di me dal Pd. Rutelli, tuttavia, dall'alto della propria indiscussa autorevolezza nella gestione dei beni culturali, ha già anticipato il suo verdetto inappellabile: pollice verso nei miei confronti. Lombardo - osserva ancora Bondi - amministratore ed esponente politico di indiscussa probità, si esprime in merito con la consueta delicatezza". URSO: "DECIDEREMO INSIEME" - Il coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, Adolfo Urso, ha poi cercato di minimizzare. Alla domanda su come voterà Fli sulla mozione di sfiducia ha risposto: "Decideremo insieme, c'è tempo. Dipende anche da cosa dirà il ministro in Aula". RUTELLI: "MOZIONE FONDATA" - A dare manforte al fuoco terzopolista, è arrivata poi la dichiarazione del leader dell'Api, Francesco Rutelli, nuovo alleato di Fini: "Le mozioni di sfiducia non devono essere pretestuose come quella posta al ministro Calderoli. Quella a Bondi è invece pienamente fondata". Così l'ex Margherita, che chiosa: "Bondi non ha voluto mettere a rischio il proprio ruolo politico per ottenere le risorse necessarie e forzare le ostilità di Tremonti. In questo modo non è stato possibile garantire un minimo di tutela del patrimonio monumentale e culturale del nostro Paese". QUADRATO ATTORNO AL MINISTRO - A difendere Bondi è sceso in campo Gianfranco Rotondi, il ministro per l'Attuazone del programma: Bondi"è un signore e la sfiducia non passerà perché la maggioranza farà quadrato sul coordinatore del partito guida". Poi il sottosegretario Carlo Giovanardi ha spiegato che "nei cinquant'anni di gloriosa storia della Democrazia Cristiana, mai venne violato il principio che il giudizio su singoli esponenti del governo o colleghi deputati e senatori, sui quali il Parlamento doveva pronunciarsi, era rigorosamente demandato alla libertà di coscienza di ciascuno votante. Nel confermare la mia più sentita solidarietà al ministro Sandro Bondi, desidero segnalare come sia un triste segno del degrado del confronto politico voler sfiduciare un servitore dello Stato non sulla base di convinzioni sul suo operato ma di convenienze da giocare  sul piano degli schieramenti e delle alleanze". Infine è sceso in campo anche il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che bolla la mozione di sfiducia come "un errore politico ingiustificabile da parte di chi l'ha presentata: chiunque abbia onestà intellettuale, indipendentemente dalle appartenenze politiche, sa che le accuse mosse contro il Ministro sono frutto di pregiudizio".

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