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Revocata la scorta a Vittorio Sgarbi. Lui si dimette da sindaco di Salemi

La decisione è della prefettura di Trapani. Il critico: "Mancanza di rispetto. Mi minacciano ogni giorno"

Andrea Tempestini
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Vittorio Sgarbi non ci sta. La prefettura di Trapani dieci giorni fa gli aveva comunicato la revoca della scorta assegnata nel 2009 a cura della Guardia di Finanza. E il vulcanico sindaco di Salemi, per tutta risposta, ha deciso di auto-rimuoversi dall'incarico di primo cittadino della cittadina siciliana. "MANCANZA DI RISPETTO" - "Non posso non rilevare", ha commentato Vittorio Sgarbi, "l'assoluta mancanza di rispetto e di garanzia per il mio ruolo, nell'avermi così esposto all'azione di quanti possono colpirmi dopo le conclamate denunce contro gli speculatori, la mafia dell'eolico e i documentati scontri con gruppi, assai minacciosi, interessati a queste forme di speculazione. Trovo pericoloso", prosegue il critico d'arte, "dovere svolgere il mio ruolo di sindaco a Salemi senza garanzie, che vengono invece facilmente assegnate a magistrati di cui spesso non si è apprezzata alcuna attività repressiva rispetto a comportamenti documentatamente criminosi e devastanti per il territorio: per questo annuncio le mie dimissioni". "MINACCIATO OGNI GIORNO" - "Evidentemente per la Prefettura di Trapani la presenza di un sindaco così esposto, popolarissimo, più volte minacciato, non rientra negli obiettivi da tutelare. La stessa istituzione del museo della mafia ha rappresentato una proposta altamente rischiosa, non diversamente, per esempio, dalle denunce giornalistiche e letterarie di Roberto Saviano a cui nessuno si sognerebbe di togliere la scorta. Evidentemente chi non rientra nelle logiche dell'antimafia di maniera, non  merita di essere tutelato. Ogni giorno, da quando sono sindaco", conclude Sgarbi, "ho ricevuto telefonate anonime e di minaccia. Con le mie dimissioni si potrà adesso nominare  un commissario e a Salemi vi saranno tutte le garanzie per una vita ordinata e tranquilla. Io non intendo espormi oltre".

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