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Barbareschi, il suo dilemma come la parabola di Fli

L'ultimo atto della rottura: un reciproco lancio di penne tra il deputato e Fini. Lunedì Luca scioglierà i dubbi sul suo futuro

Privitera Andrea
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Il Corriere della sera parla di un reciproco lancio di penne tra Barbareschi e Fini. Un nuovo indizio: sembra proprio che la dichiarazione dell'ex presentatore, attesa per lunedì e con cui dovrebbe sciogliere i dubbi circa il suo futuro politico, sarà tutt'altro che favorevole al leader di Futuro e Libertà. All'interno del movimento che aderisce al Terzo Polo sembrano tutti voler smentire le voci di addio, ma di certo il clima non è dei migliori. D'altro canto la love story tra il deputato eternamente ribelle e il presidente della Camera rappresenta perfettamente la parabola di Fli: nascita, ascesa e (immediato) declino. C'ERAVAMO TANTO AMATI - Eletto nelle file del PdL nelle elezioni del 2008, Barbareschi dimostra poco dopo la sua simpatia per le idee di Fini. Negli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro, gli stessi in cui in Parlamento si discute per approvare la legge sul fine vita, l'attore rompe con il PdL, strizzando l'occhio a Gianfranco: "Il calvario di Eluana si sta traducendo in un pretesto per buttarla in politica. Ho scritto al presidente Napolitano e al presidente Fini per assicurare loro la mia solidarietà, quella che vorrei far giungere a Beppino Englaro", il padre della ragazza.  Si tratta del primo di una serie di segnali, destinati a crescere con l'aumento della distanza tra il premier e Fini. Lo scorso 14 aprile, poco dopo le elezioni regionali, Barbareschi è tra i 38 assenti nella maggioranza: il gruppetto aveva decretato l'affossamento del cosiddetto "provvedimento salvaliste". Assieme a lui, i fedelissimi Fabio Granate e Flavia Perina. Il passo successivo non può essere che l'adesione a Generazione Italia, il movimento interno al PdL, primo germe della scissione successivamente capeggiata da Fini- LA SCISSIONE - Chi lo scorso 31 luglio si trovava all'Hotel Minerva di Roma, dove Fini ha consumato il definitivo strappo col partito di Berlusconi, non poteva non aver notato un Barbareschi di ottimo umore. Riprendeva la conferenza stampa col suo telefonino, vantandosi essere stato lui a suggerire il nome per il nuovo partito. "Mi sono ispirato al libro di Gianfranco, 'Il futuro della libertà'". Un indubbio segno di fedeltà, dimostrata anche al meeting dei finiani a Bastia Umbra, quello in cui il presidente della Camera annunciò la spallata al Governo. In uno scenario avvenieristico, colorato anche dalle musiche di Ennio Morricone, fu proprio il 'delfino' Luca a introdurre il discorso di Fini. Ma da quel momento, proprio all'apice di un feeling che sembrava destinato a durare, iniziò il tramonto politico del nuovo partito, culminato con il voto di fiducia incassato dal Governo il 14 dicembre. DOPO LA FINTA SPALLATA - Barbareschi deve essersi reso conto che la montagna finana aveva partorito un misero topolino. Ecco quindi che il tenore delle dichiarazioni (e con loro i voti in Aula) dell'ex futurista di ferro cambiano. Prima fra tutte, la stima ribadita per Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali a rischio sfiducia dopo il crollo di Pompei: "Gli sono grato per l'onestà intellettuale - disse in quell'occasione -. Ci sono stati molti imbarazzi anche a sinistra, la mozione di sfiducia è stata un atto di disonestà politica, trasformatasi in sonora sconfitta per Bersani, Fini e Casini e in una vittoria per il governo". Dichiarazione quantomeno sibillina. Anche il voto alla Camera sul Rubygate di questa settimana ha visto l'attore protagonista di un vero e proprio film giallo, giocato tra dichiarazioni anti-berlusconiane e la finale astensione in Aula. Tutto questo mentre riannodava i fili del dialogo col premier (e cominciava a litigare proprio con Fini). C'è chi dice che la prossima settimana il bel Luca potrebbe persino tornare tra i berlusconiani. Un fatto curioso, se si pensa che solo qualche mese fa lo stesso Barbareschi aveva detto: "Non ho mai creduto granchè nel PdL". Chissà se lunedì dirà lo stesso di Futuro e libertà. di Andrea Privitera

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