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L'autogol di Bocchino: Grazie a Roberto Saviano

A Milano la Costituente di Futuro e Libertà. Italo: "Chi attacca lo scrittore confonde legalità con sicurezza"

Andrea Tempestini
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"Ci aspetta una primavera di speranza". Con queste parole Gianfranco Fini ha aperto i lavori dell'Assemblea Costituente di Futuro e Libertà, iniziata oggi a Milano, e durante la quale Italo Bocchino, il capogruppo di Fli alla Camera, si è apertamente schierato con il leader "in potenza" della sinistra, Roberto Saviano, a cui ha rivolto un accorato ringraziamento. Sono cominciati così i tre giorni in cui al Padiglione 18 della Fiera di Roh-Pero sfileranno gli stati generali del partito fuoriuscito dalla maggioranza e che, dopo la sconfitta incassata sul voto di sfiducia dello scorso 14 dicembre, vede crescre al suo interno malumori e insofferenze.  "Parte una  stagione di riscatto e di protagonisto", ha assicurato un Fini ottimista, ma che terrà il suo discorso integrale soltanto domenica pomeriggio. "Solo il tempo dirà se saremo all'altezza di un compito tanto ambizioso, ma in una fase in cui troppo spesso la politica è interesse personale, noi siamo orgogliosi che tanti si impegnano per un'ideale", ha concluso Gianfranco. BOCCHINO: "GRAZIE SAVIANO" - Nel pomeriggio ha parlato anche il capoggruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino, che ha gettato la maschera si è schierato al fianco di Roberto Saviano. "Ringrazio Saviano e chi lo attacca non capisce che il libro Gomorra ha fatto più male dell'arresto di 30 super-latitanti, perché ha fatto capire che un gruppo di delinquenti è una cellula pericolosissima per la democrazia italiana. La differenza tra noi e la destra estremista", ecco l'attacco all'esecutivo, "è che loro confondono legalità con sicurezza. Si spaccia sicurezza del cittadino con legalità. Ringraziamo il Governo ed il ministro Maroni", ha comunque puntualizzato Bocchino, "per quanto fatto nella lotta criminalità organizzata ma la lotta alle mafie è anche un processo culturale". IL PROCLAMA DI ITALO - Il capogruppo aveva esordito dal palco affermando: "Questa è la tappa del coraggio. La prima era all'insegna dell'orgoglio, la seconda all'insegna della mobilitazione. Oggi con la terza dimostriamo che Fli non nasce per caso ma all'insegna del coraggio. Non vogliamo essere una destra populista, ma tollerante. Non omofobi", ha proseguito. "Non xenofobi ma aperti alla nuova cittadinanza, guscio di diitti e doveri". Poi il proclama: "Saremo il partito più avanzato di tutti, confrontandosi e dialogando con i cittadini con la velocità delle nuove tecnologie. Noi ora siamo liberi", ha proseguito Bocchino nella sua arringa. "Oggi per noi c'è il giro di boa nella storia della politica: guardiamo oltre a Berlusconi. Basta con Berlusconi sì, Berlusconi no. Noi non ci stiamo più". NODO DELLE ALLEANZE - Con l'inno di Mameli aveva preso il via la Costituente dei futuristi. In precedenza il pasdaran Carmelo Briguglio aveva definito lo scenario politico "estremo, di tipo egiziano, da vigilia di emergenza democratica e costituzionale". In questo quadro, i futuristi dovranno delinaere la strada da seguire dopo aver lasciato il Pdl e il centrodestra. Il principale nodo da sciogliere è quello delle alleanze, e gli ideologi (scontenti) del movimento già incalzano Gianfranco: "Fli resterà soltanto un partitino" destinato a cadere nel dimenticatoio o vuole essere il motore di "un nuovo centrodestra", che non si appiattisca sulle posizioni della sinistra? Questa, in buona sostanza, la domanda che avanza Alessandro Campi di FareFuturo. FLI CON LA SINISTRA? - L'unica certezza, per ora, è che alle prossime elezioni amministrative Fli si presenterà insieme all'Udc di Pier Ferdinando Casini e all'Api di Francesco Rutelli. Ma se dovesse arrivare il momento delle elezioni politiche anticipate, l'ipotesi che vede i futuristi stringersi in un'alleanza simile a quella delle amministrative, alla quale però si potrebbe aggiungere il Partito Democratico, non viene digerita da una buona fetta della base del partito. In prima fila Andrea Ronchi, fermissimo nelle sue posizioni e a favore di un saldo legame al centrodestra che si ispiri all'europeo Ppe. Dall'altro lato della barricata ritroviamo Briguglio e Granata, che "per andare oltre il crepuscolo triste e decadente del berlusconismo" sarebbero disposti a divergere completamente dalle loro origini, fino ad arrivare a un alleanza con la sinistra. DISSIDI SUL COORDINATORE - I problemi di Fli non riguardano soltanto le alleanze, ma anche le nomine. Il nome di Adolfo Urso proposto come coordinatore unico non ha affatto riscontrato il gradimento di molte componenti del partito. Sembrerebbe che i "falchi" abbiano rilanciato, proponendo la nomina di Urso soltanto come portavoce. Per il ruolo di coordinatore c'è chi spinge èper Italo Bocchino, o per un altro membro della cosiddetta componente "ultrà" dei futuristi. La proposta, si sussurra, avrebbe allertato le "colombe" finiane. L'IPOCRISIA DI GIANFRANCO - I lavori dell'Assemblea Costituente termineranno domenica con il discorso di Fini, di cui venerdì c'è stato un breve assaggio. Gianfrano è il presidente eletto per acclamazione  di Futuro e Libertà, ma autosospeso "per rispetto" alla carica istituzionale di Presidente della Camera. Insomma, siamo al festival dell'ipocrisia: Gianfranco è il leader di Fli ma in "stand-by", poiché il suo ruolo a Montecitorio non gli permetterebbe di fare la politica attiva e militante che, da mesi, porta avanti. STORACE: " LA BANDA DEI TEPPISTELLI" - Del leader di Fli ha parlato il segretario de La Destra, Francesco Storace."Fini è pervaso dal rancore personale verso Berlusconi", ha spiegato Storace, "si accompagna a un gruppo di teppistelli della parola che rispondono ai nomi di Bocchino, Granata, Briguglio, gente che lo ha sempre odiato e ora finge di venerarlo. pensa di poter giocare al Terzo Polo, eppura avrebbe dovuto osannare quel bipolarismo che gli ha consentito di diventare un leader della seconda Repubblica. Domani", inquadra la situazione il leader de La Destra, "trescherà con la sinistra. Fini non merita nemmeno gli auguri", anche perché, continua Storace, "è lui a vagheggiare una società multiculturale. Noi no. E nemmeno Cameron e Angela Merkel. E' stato lui a tentare di cancellare ogni presenza di destra nella società. Noi no. Siamo fieri e orgogliosi del nostro cammino".

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