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Premier attacca: "Parlamento blocca le leggi"

Berlusconi: "Provvedimenti pensati come un destriero diventano ippopotami. Al Governo solo l'immagine del potere"

Andrea Tempestini
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Il premier Silvio Berlusconi prende parola agli Stati Generali di Roma Capitale, e dopo aver condannato le violenze perpetrate in Libia da Gheddafi, sottolinea come "l'assetto istituzionale" del nostro Paese "dà al Governo solo il nome e l'immagine del potere". Il Presidente del Consiglio, sottolinea, "non ha alcun potere". DA DESTRIERO A IPPOPOTAMO - "I nostri progetti di legge vanno in Parlamento con tempi lunghi. Entrano nelle Commissioni, poi vanno nell'Aula che discute e cambia, poi passano nell'altra Camera e di nuovo si discute e si cambia". Berlusconi si scaglia contro le lungaggini burocratiche ed utilizza un'efficace metafora: "Così un provvedimento che era pensato come un destriero purosangue quando esce dall'Aula è diventato un ippopotamo". Per Berlusconi "non è nella disponibilità del Governo fare decreti" poiché "ci vuole sempre la firma del Capo dello Stato". Quindi la stoccata alle opposizioni: "Noi siamo consapevoli di questa situazione e se non facciamo le riforme istituzionali non c'è nessuna speranza neanche con le opposizioni con cui ci troviamo ad operare". FEDERALISMO ED ECONOMIA- Quindi il Cavaliere ha parlato dell'agenda economica. Grazie alle misure adottate dall'esecutivo, ha sottolineato, "l'Italia ha saputo affrontare meglio di altri" la crisi economica ed ora ci sono "le basi sufficientemente solide e sicure per garantire agli imprenditori e ai lavoratori una ripresa ed una ricrescita dell'economia". La priorità rimane il federalismo fiscale, "la riforma chiave per modernizzare il Paese". Con il federalismo "si apre una fase nuova per un cambiamento vero" capace di "riformare lo Stato, facendo leva sul principio di responsabilità degli enti locali".

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