Cerca
Logo
Cerca
+

Il Cavaliere, Mills e Ruby: "Parlerò in aula e in tv"

Processo per corruzione: premier lunedì andrà in tribunale. E sul sexgate: "Difenderò me e le ragazze da queste accuse allucinanti"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Martedì è stato chiuso il filone d'inchiesta che riguarda Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Oggi il premier sorprende tutti, e replica alle conclusioni dei Pm sul caso Ruby rispondendo alle domande del quotidiano La Repubblica. Per Sivlio Berlusconi quelle che ha letto sono "cose allucinanti: mentre vedevo quelle agenzie, non credevo ai miei occhi", ha spiegato. "Pensavo che fosse uno scherzo di Bonaiuti. Andrò in tv per spiegare tutto questo, per difendermi e per difendere le ragazze. E parteciperò a tutte le udienze dei processi", dove gli verrà contestato di aver avuto rapporti sessuali con Ruby, allora 16enne. Stessa linea anche sul processo Mills: gli avvocati del Cavaliere, imputato per corruzione in atti giudiziari, hanno confermato la sua presenza in aula lunedì a Milano. "33 IN DUE MESI SONO TROPPE..." - Il Cavaliere ribadisce che le situazioni 'incriminate' fossero "cene con il presidente del Consiglio in cui c'erano tre musicisti e sei camerieri. Cene spensierate, eleganti. Le ragazze", prosegue, "facevano quattro salti in discoteca. Da sole, perché a me non è mai piaciuto ballare. Niente di più. E' mai possibile che quelle cose corrispondano al vero?", si interroga il premier. Entrando nel merito delle accuse, Berlusconi sottolinea: "Nessuno dei testimoni conferma, non posso credere ad un uso della giustizia così barbaro e così lontano dalla realtà. Io poi ho 75 anni e sebbene sia birichino...33 ragazze in due mesi mi sembrano troppe anche per un trentenne. Sono troppe per chiunque". Il presidente del Consiglio continua: "Ho sempre tenuto vicino a me la mia fidanzatina che per fortuna sono riuscito a tenere fuori da questo fango. Se avessi fatto tutto quello che dicono, mi avrebbe cavato gli occhi". "PARLAI CON MUBARAK" - Il Cav risponde colpo su colpo: "Può essere  mai possibile che uno paghi con dei bonifici bancari una prestazione sessuale? Ma dove si è mai visto? Io sono come una Caritas quotidiana. Pago interventi chirurgici, il dentista, le tasse universitarie a tutti coloro che ne hanno bisogno. Alcuni di quei bonifici servivano a pagare il mutuo ai genitori di una ragazza". Quindi una battuta sulla celeberrima telefonata alla Questura di Milano: "Posso giurare che una settimana prima avevo parlato con Mubarak per almeno 15 minuti di questa ragazza. Ho tutte   le testimonianze. Gli interpreti e i commensali possono confermarlo, ho chiesto solo informazioni, nessuna pressione. Lo dicono anche i funzionari di polizia". Il premier conclude: "Mi hanno spiegato che Craxi fece cose simili in occasione del caso Sigonella". Per il presidente del Consiglio, insomma, "non c'è un solo motivo che giustifichi un reato, è fatto tutto solo per gettare fango sull'immagine di queste ragazze". "FEDE SI FARA' INTERROGARE" - Per quel che riguarda il filone dell'inchiesta che non procederà per rito immediato, mercoledì si è appreso che "Emilio Fede si farà interrogare dai magistrati ma non prima di una decina di giorni, giusto il tempo di prendere visione di tutti gli atti che ancora non conosciamo", ha spiegato l'avvocato del direttore del Tg4, Nadia Alecci. Fede è indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. Nella mattinata di mercoledì il legale ha incontrato il procuratore aggiunto Ilda Boccassini che coordina l'inchiesta. Secondo quanto prevede il codice, Emilio Fede ha 20 giorni di tempo per presentare le memorie difensive o per chiedere di essere ascoltato. L'avvocato Daria Pesce, che difende Nicole Minetti, la consigliere regionale lombarda, ha dichiarato: "Dobbiamo prima leggere gli atti e poi valuteremo se la mia assistita si farà interrogare o meno". MERCOLEDI' LA DECISIONE DELLA GIUNTA - Arriverà probabilmente mercoledì prossimo la decisione della Giunta per le Autorizzazioni della Camera sulla richiesta presentata dai capigruppo del centrodestra di sollevare il conflitto di attribuzioni nei confronti della Procura della Repubblica e del gip di Milano in relazione al caso Ruby. Prima l'organismo di Montecitorio, nella giornata di martedì, svolgerà una serie di audizioni con cinque costituzionalisti per approfondire gli aspetti della vicenda. La decisione è arrivata mercoledì dopo la richiesta in tal senso presentata dall'Udc e da tutta l'opposizione. Verranno così ascoltati Giorgio Spangher e Ida Nicotra, indicati dal centrodestra; Stelio Mangiameli, indicato dal Terzo Polo;  Alessandro Pace, indicato dal Pd; e il professor Piras indicato da Italia dei Valori. La maggioranza ha invece respinto la proposta di Pierluigi Mantini, esponente dell'Udc, di ascoltare il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Dai blog