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"Voi italiani siete cinici, la guerra è cosa giusta"

Nicholas Farrell spiega perché è da sostenere l'azione contro Gheddafi. Vittorio Feltri risponde nel suo editoriale di oggi

Andrea Tempestini
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Nota. Nicholas Farrell "provoca", Vittorio Feltri risponde. Leggi l'editoriale del direttore sull'intervento militare in Libia. Il nostro giornale è un giornale libero e da inglese “nostrano”, residente in Italia da 12 anni nella rossa Romagna circondato da comunisti rifatti, dovrei essere libero a dire la mia, no? Bene, ecco quello che penso io: questa guerra contro il beduino, chiamiamola guerra se insistete, è una guerra giusta. Giustissima. Perciò, mi sento veramente offeso dal cinismo di voi italiani nei confronti dell'intervento della Nato in Libia. Per voi questa guerra è stata voluta dal Napoleone tascabile francese, Sarkozy, e dal premier inglese Cameron, detto “Wellington”, solo per mettere le mani sul petrolio libico e basta. Che due maroni! Non è vero. Il petrolio si compra, ed ovunque, ragazzi. Non c'è bisogno di fare una guerra per acquistarlo. Dopo il famoso “Accordo del deserto” del marzo del 2004 fra il Premier inglese (di sinistra) Tony Blair e il Colonnello Gheddafi, il Raìs ha mollato il suo programma per sviluppare armi nucleari e promuovere il terrorismo internazionale. Ed ha anche dato l'ok ai britannici del British Petroleum, fra gli altri, di andare in Libia alla ricerca del petrolio. Quindi? Quindi, con la Bp ben presente in Libia, facendo questa guerra la mia Gran Bretagna rischia grosso, dal punto di vista commerciale, cioè: se vince il beduino, o se rimane al potere in qualche modo, i miei rischiano di perdere tutti i vantaggi commerciali concessi nel 2004. Voi italiani non arrivate mai a capire una cosa molto semplice, cioè: a volte nella vita il dovere è più forte del denaro. Bisogna comportarsi come il buon samaritano. Lasciamo stare un attimo i francesi e le loro motivazioni. Parliamo invece degli inglesi. Ditemi la verità: una nazione, l'Inghilterra, non più di primo rango come una volta e alla frutta a causa della crisi economica del 2008 e tutto il resto, già impegnata dopo l'Iraq militarmente in Afghanistan, sarebbe disposta a fare una guerra nuova solo per denaro? Cosa ha in mente? Di acquistare gratis il petrolio? Scherziamo! Ma va là! Sicuramente qualsiasi governo che arriva dopo Gheddafi in Libia non darà via gratis il suo petrolio a nessuno. Anzi. Gheddafi, ricordiamolo, stava massacrando il suo popolo. Il giorno prima dell'intervento della coalizione stava sul punto di riprendere Bengasi addirittura, roccaforte dei ribelli. Cazzi loro, dite voi italiani. Non è vero. Un essere umano con un minimo di decenza non può non fare nulla davanti a certe cose. Non importa che non lo fa in Bahrein, Siria, Iran, Yemen, ecc. In quei paesi non si può intervenire, per ragioni di realpolitik; in Libia sì, invece. Mi rendo conto che dicendo tutto ciò mi trovo d'accordo con la sinistra italiana possibilmente per la prima volta in vita mia. Me ne frego. La sinistra italiana, che fu contro l'invasione dell'Iraq, vuole intervenire in Libia. Bravi compagni, finalmente avete capito qualcosa. In Inghilterra d'altronde la stampa, sia di destra sia di sinistra, appoggia l'intervento contro il beduino. Come mai? Voi di «Libero» dite: sì, ma quello che viene dopo Gheddafi sarà peggio di lui, e noi italiani perdiamo tutto il nostro business lì giù. E parlate di Al-Qaeda ecc. Balle! Come lo sapete? Avete parlato a viva voce con i ribelli per caso dai vostri cellulari? Li conoscete personalmente? Ho i miei forti dubbi. In Inghilterra ed anche in America, d'altronde, si parla di una voglia genuina da parte dei ribelli di democrazia e non di teocrazia islamica. Vedremo. Ma dai ragazzi, su, se tutto va male anche Al-Qaeda avrà bisogno di vendere il petrolio ecc. a voi italiani, no? La Libia fa parte del Mediterraneo, mare nostrum, e si trova a due passi dall'Italia. Ma non è neanche vero, come dite voi, che senza Gheddafi ci sarebbero meno immigrati. Anzi. Pensateci bene: se vince Gheddafi la marea di clandestini diventerebbe uno tsunami. Ricordiamo il Kosovo. Eravamo lentissimi noi occidentali ad aiutare i musulmani kosovari a quei tempi, e di conseguenza Slobodan Milosevic il leader serbo se ne è avvantaggiato, massacrando tutti quanti. Di conseguenza nella Bosnia, Al-Qaeda si è annidata proprio grazie alla lentezza dell'Occidente nel dare una mano ai musulmani. In Libia, ne sono convinto, i ribelli vogliono installare una democrazia di matrice occidentale e non una teocrazia islamica. Più resiste Gheddafi, e meno facciamo noi, più aumenta il rischio che i ribelli libici diano retta al sorriso perfido di Al-Qaeda. Sì, le forze delle Sas (i servizi speciali britannici) sono presenti in Libia. Lo sappiamo tutti. Ma dov'è il problema? Siamo in guerra! L'altro giorno, ad esempio, hanno salvato la vita a tanti giornalisti stranieri radunati nel palazzo di Governo a Tripoli. I Tornado della Raf (l'aeronautica inglese) già in volo stavano per bombardare questo palazzo, ma le Sas gli hanno ordinato di fermarsi. Come ha scritto «The Times» di Londra in un fondo l'altro giorno: “Il fervore morale è sicuramente pericoloso, perché i governi non possono risolvere tutti i problemi. Ma il quietismo amorale  (…) è anche strategicamente stupido perché mostra ai popoli perseguitati che si trovano soli nella loro ricerca di libertà”. A loro il petrolio, a noi i clandestini, dite voi. Ma perché? Il petrolio, come ho già detto, si compra, e per quanto riguarda i clandestini basta mandarli indietro, tanto non provengono dalla Libia in ogni caso. Parliamo un attimo dei francesi. La Francia ha trattato con un leader dei ribelli a Parigi e ha mandato una nave di armamenti ai ribelli. Prima della rivoluzione. Ma chi se ne frega! Ha fatto solo bene. Siamo in guerra, (parola vostra) ma lo volete capire? Questa guerra contro la Libia mi lascia una brutta impressione di voi italiani, un popolo cinico di dietrologi che pensa solo ai soldi e non ai principi; al denaro e non al dovere insomma. Peccato. di Nicholas Farrell

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