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Scilipoti: "Via dall'Idv, non propone nulla"

Belpietro intervista il 'responsabile': "Ho mollato Di Pietro perché può fare qualcosa di veramente grave all'Italia"

Andrea Tempestini
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Nel giorno del voto alla Camera sul processo breve, in un'aula incandescente, chi ha pagato uno dei prezzi più alti è stato il 'responsabile' Domenico Scilipoti. L'ex fedelissimo di Antonio Di Pietro, passato con la maggioranza, ogni volta che prendeva parola veniva bersagliato con il coro "munnizza, munnizza" (immondizia in dialetto siciliano), lanciato con solerzia dell'ultrà-deputato dell'Italia dei Valori, Francesco Barbato. Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, parla dell'episodio con il diretto interessato, Domenico Scilipoti. Il colloquio è andato in onda ne La Telefonata di Mattino 5. Ci vuole spiegare perché ieri quando si è votato il processo breve ce l'avevano tanto con lei? Lei era un parlamentare dell'Italia dei valori e da qualche mese sta con i responsabili. Perché ce l'avevano tanto con lei? Questo non lo so. Sicuramente perché mi sono accorto che molte cose non funzionavano e ho fatto delle scelte nell'interesse del Paese. Loro non riescono a capire, hanno l'odio negli occhi e nel cuore e parlano quel linguaggio che non dovrebbe essere parlato, né all'interno della camera dei deputati e nemmeno fuori. L'unica cosa che mi da fastidio è che il presidente di turno non sia intervenuto. Ieri c'era Rosy Bindi a presiedere la Camera giusto? Sì. E non ha detto nulla mentre c'erano questi cori, nei quali i suoi ex compagni dell'Italia dei valori la definivano 'munnizza', munnezza? E vabbè, ognungo poi ha il linguaggio che usa normalmente ma non soltanto nei vocaboli ma anche nel cuore e nella testa. Loro parlano questo linguaggio perché sono abituati. Io in modo particolare parlo un altro linguaggio perché il vocabolo che loro utilizzano significa 'risorsa' e meno male che il governo Berlusconi ha trovato anche questa risorsa di Scilipoti e possa andare avanti nell'interesse del Paese. Io mi auguro di poter contribuire alla tenuta di questo governo con il mio piccolissimo apporto, che ho dato e potrò dare nell'interesse degli italiani e dei figli di chi in questo momento parla a sproposito. Il loro odio potrebbe determinare qualcosa di veramente grave in questa Italia. Meno male che io me ne sono accorto in tempo e ho dato il mio giusto contributo e continuerò a farlo, per il governo e per gli italiani. La hanno chiamato anche venduto. Ma lei si sente un po' un voltagabbana o respinge la definizione di 'cambiacasacca'? Io la respingo fortemente, però faccio una riflessione. Io mi sono accorto che all'interno del movimento in cui sono stato diversi anni era l'obiettivo era solo creare danni a qualcuno  e non fare nulla per il paese. Lei parla dell'Italia dei valori di Di Pietro? Sì. Quando mi sono accorto di quello che stava succedendo ho cercato di ribellarmi in tutti modi e di portarli sulla buona strada. Ci ho provato per anni senza avere nessun risultato. Poi alla fine ho dovuto, con grande coraggio, dare una sterzata a quanto stava succedendo. Il rischio che il Paese correva e potrà correre è veramente grave, se andasse al governo chi parla un linguaggio di odio. Lei alla fine non entrerà nel governo, da quel che si è capito. Quindi non avrà nulla in cambio per il passaggio dall'Idv ai Responsabili, giusto? Io non voglio niente in cambio. Io il 14 ho fatto quella scleta perché a giudizio di molti era importante che i parlamentari si assumessero una responsabilità per fare andare avanti il governo. Se quel 14 ci fosse stata la confusione totale, oggi, con tutto quel che sta succedendo nel mondo, saremmo già in campagna elettorale.

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