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"Stop oppressione fiscale". Tremonti, facci sognare

Il ministro contro "i controlli, gli accessi e le visite alle imprese: sono eccessivi". Poistoccata all'opposizione: "Non propone mai nulla"

Andrea Tempestini
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Sta arrivando il momento della frustata all'economia promessa dall'esecutivo. Uno dei punti della ricetta del ministro Giulio Tremonti mette nel mirino qulla che chiama senza mezzi termini "oppressione fiscale". Per il titolare del dicastero dell'Economia "i controlli fiscali, gli accessi e le visite alle imprese sono eccessivi, con costi come tempo perso, stress e occasioni di corruzione. Un'oppressione fiscale che dobbiamo interrompere". Così Tremonti, intervenendo in audizione davanti alla commissione Finanze della Camera. OPPRESSIONE FISCALE - Così il ministro risponde alla critiche recentemente piovute da Confindustria e da Luca Cordero di Montezemolo, e lancia una proposta che prevede una "concentrazione" dei controlli a cui sono sottoposte le imprese da parte dei diversi ispettori, attraverso "un critero equilibrato". "C'è una cosa su cui potremmo lavorare insieme: abbiamo un quantum di controlli assolutamente incredibile ed eccessivo. In molti settori - spiega - potremmo immaginare un qualche tipo di concentrazione che salvi le esigenze erariali e che tuttavia riduca il continuo meccanismo di frequentazione delle imprese, per cui va via uno e dopo una settimana arrivano i vigili  e poi seguono gli ispettori". Secondo Tremonti l'esigenza prioritaria è quella di trovare "un equilibrio tra l'esigenza del controllo e l'attività delle imprese. Credo - sottolinea -  che faremmo un servizio all'economia del Paese". CONTRO L'OPPOSIZIONE - Il ministro ha poi punto l'opposizione, dalla quale "non ho ricevuto grandi proposte. Mi è stato detto che il Pd ha lavorato a un documento - ha proseguito Tremonti -. In effetti conosco quel documento, e per usare una parafrasi diplomatico-eufemistica credo che il lifetime all'Eurostat di quel documento non superi i 10 minuti", che tradotto significa che quei fogli non valgono né contengono nulla. “Dobbiamo tutti produrre una documentazione diversa da quella prodotta finora, cercando di essere quanto più innovativi possibile", ha proseguito. Sul Piano Nazionale di Riforma (Pnr) presentato nei giorni scorsi, ha sottolineato Tremonti, "ho ricevuto delle critiche e considerazioni negative, ma non ho ancora ricevuto proposte" che possano passare l'esame dell'Eutrostat. Il ministro, rivolgendosi ai deputati del Pd, ha comunque aggiunto: "Porterò il vostro documento in Europa e vi riporto la risposta. Avendo qualche idea di come ragionano, e siccome il criterio è quello che per andare bene in Italia deve andare bene per la Germania, ho l'impressione che  il documento non abbia la necessaria agibilità e fattibilità”. NORMA ANTI-SCALATE - Tremonti si è poi speso in un breve accenno alla norma anti-scalate, finita al centro dell'attenzione dopo l'assalto francese di Lactalis a Parmalat. "E' una norma generale, non particolare - ha spiegato il ministro -. Il provvedimento è in discussione. E' importante che venga convertito e che venga rinnovato anche per l'anno prossimo". Tremonti ha poi sottolineato come la norma non servirà per prendere tempo sulle nomine delle società quotate partecipate dal Tesoro.

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