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Don Seppia, arrestato suo seminarista Una vittima rivela: "Sesso col sacerdote"

Sms choc: "Li voglio di 10 anni". Prelato organizzava festini pedofili. Condanna di Bagnasco: "Dolore sconvolgente"

Federica Lazzarini
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"E' vero, ho fatto sesso con don Seppia", queste le dichiarazioni shock di uno dei ragazzini abusati. La giovane vittima frequentava la parrocchia di Sestri Levante e ha confermato di aver avuto rapporti intimi con il suo confessore. La rivelazione arriva dopo la divulgazione di nuove, sconcertanti intercettazioni del sacerdote, che chiedeva via sms al suo spacciatore, Franky, di procurargli ragazzi africani giovanissimi: "Li voglio di 10 anni", diceva il prete. Proprio questa mattina il presidente della Cei, nonchè arcivescovo di Genova, Cardinal Angelo Bagnasco, era intervenuto sulla questione pedofilia, dicendosi stupito e amareggiato: "E' un dolore inaspettato". Le parole dell'alto prelato erano attese da tutta la comunità dei fedeli liguri. Nella serata di giovedì è stato fermato per induzione alla prostituzione minorile continuata e favoreggiamneto della prostituzione anche un ex seminarista di Don Seppia, Emanuele Alfano, di 40 anni. Alfano si stava imbarcando su una nave Msc dove avrebbe fatto il croupier nel casinò di bordo. Bagnasco: "Un dolore sconvolgente" - Guarda il servizio su LiberoTv LA CONFESSIONE: "E' vero, ho incontrato don Seppia e ho fatto sesso con lui".  Su queste ed altre dichiarazioni rese dalle presunte vittime di don Seppia sono in corso verifiche presso la procura di Genova. Il pm Stefano Puppo sta cercando prove circostanziate delle dichiarazioni dei ragazzini. Alcuni di questi gestiscono blog gay personali, altri frequentano abitualmente chat gay. Per questo l'attendibilità delle loro dichiarazioni, in particolare in merito alla cessione di stupefacenti da parte del parroco genovese, debbono essere verificate a fondo, fino all'acquisizione di prove inequivocabili. FESTINO PEDOFILO - Dagli stessi interrogatori è emerso che il parroco frequentava i ragazzini che abbordava nella rete internet anche in appartamenti milanesi che gli venivano messi a disposizione da amici. Secondo quanto emerso dalle indagini, poteva avere a disposizione un appartamento da parte di un conoscente, un commerciante con il quale condivideva i vizi e con cui aveva anche messo in programma un festino pedofilo il 22 dicembre scorso, mai andato in porto perchè Franky, il pusher, non era riuscito a procuragli la vittima. Gli incontri fra don Seppia e il nordafricano erano frequenti, il sacerdote si recava a Milano per l'acquisto di cocaina, quasi sempre cinque grammi per volta. Lo spacciatore era anche incaricato di procurargli bambini da abusare. LA TELEFONATA - L'indagine con cui si è arrivati a Don Seppia parte nella seconda metà di ottobre, quando i Nas, impegnati a Milano i un'inchiesta sul traffico di anabolizzanti in palestre e saune, si imbattono in una conversazione tra un pusher africano, Franky, e il parroco: "Ah... niente...senti...non trovi nessun bambino...?" chiede don Seppia a Franky. E' il 22 ottobre. Don Seppia, nella stessa conversazione aggiunge: "... eh, che mi piace... non hai tuoi amici che mi vogliono fare di tutto...?". I MESSAGGINI - Poi ci sono gli sms, ancor più terribili. "Mi trovi bambini?". Quindi un altro messaggio: "Hai trovato uomini negri?". Il 23 ottobre il parroco e Franky si scrivono ancora: "Senti, ti chiamo perché ieri avevi parlato che avevi trovato un ragazzo..." dice il prete. "Sì... io ho trovato però lui è andato in galera... hai capito?" la risposta. "Ma ha meno di 15 anni?" incalza don Seppia. "Eh, magari 18..." replica Franky. "E no a me mi serve... mi piace... con meno di 14 anni io li cerco" dice il prete. BAGNASCO: "IL MALE DEL CONFRATELLO FERISCE L'ANIMA" - Il cardinal Bagnasco ha celebrato questa mattina, al Santuario della Madonna della Guardia, la Giornata di santificazione sacerdotale. E non ha potuto fare a meno di intervenire, per quanto marginalmente, in merito al nuovo caso pedofilia esploso all'interno della sua diocesi:  "Noi, sacerdoti di Genova siamo qui per rinnovare la gioia della nostra consacrazione a Cristo e alla Chiesa. Ma non senza avere prima dato voce - ha sottolineato l'arcivescovo - al nostro dolore per ogni forma di peccato e di male che, se risulterà realmente commesso dal nostro confratello, sfigura la bellezza dell'anima, scandalizza le anime, ferisce il volto della chiesa". "NON SAPEVAMO NULLA" - "Il nostro dolore - prosegue Bagnasco - è tanto più sconvolgente in quanto improvviso e inatteso, perchè nulla lo faceva presagire ai nostri occhi". Il cardinale ha così voluto allontanare dalle gerarchie la responsabilità dei tristi fatti di Recco: nessuno sapeva della deviazione del parroco. Eppure molti fedeli hanno raccontato di avere sempre avuto dubbi sulla sessualità del sacerdote: madri che hanno allontanato i figli dal catechismo, parrochiane che hanno commentato: "Dovevano aiutarlo prima", sottointendendo che le gerarchie fossero già informate quantomento della debolezza di don Seppia.

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