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Cav: "Con la Lega va tutto bene. Per il 2013 ancora niente nomi"

Ad Arcore lungo faccia a faccia tra Berlusconi e Bossi su temi chiave: riforma del fisco e tenuta di governo. Premier: "Taglio delle tasse? E' in programma, vedremo"

Andrea Tempestini
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"Con la Lega non si è parlato di un candidato per il 2013". Silvio Berlusconi al termine del lungo faccia a faccia ad Arcore con Umberto Bossi ha poche battute per i giornalisti che, fuori palazzo Grazioli, chiedono del vertice. Lui, si limita ad assicurare che "tutto è andato bene" , che "la riforma del fisco è stata calendarizzata, poi vedremo le risorse" e poi chiude con un: "Ha già detto tutto Alfano".  IL VERTICE - Per Pdl e Lega Nord è giunto il momento delle scelte chiave che permetteranno di disegnare i prossimi due anni di Legislatura, in vista delle elezioni del 2013. Primo obiettivo, dare tempi e contorno al programma di rilancio dell'economia, punto cardine del programma da seguire dopo lo 'schiaffo' subito ai ballottaggi. Questa la cornice del vertice ad Arcore dove si sono incontrati gli uomini di punta dell'alleanza, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, in una giornata che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, aveva preannunciato "calda". Al vertice hanno preso parte anche Roberto Maroni, Roberto Calderoli, e Angelino Alfano. Il primo a parlare terminati i lavori è stato proprio il neosegretario del Pdl: "Il rapporto tra la Lega e il Pdl, tra Bossi e Berlusconi, è solido, e consentirà a questo Paese di avere ancora una maggioranza in grado di assicurare stabilità e riforme", ha scacciato i gufi Alfano. "ALLEANZA ROBUSTA" - Alfano ha esordito in questa occasione nelle vesti di segretario del partito, ed ha tracciato un bilancio di quanto si è detto a Villa San Martino. Durante il vertice, ha sottolineato, "abbiamo ulteriormente ricordato come questa sia la coalizione in grado di assicurare all'Italia governi che durano cinque anni e che sono in grado di assicurare una stagione di riforme, a differenza della sinistra". Alfano ha poi smentito le voci secondo le quali, al tavolo di lavoro, si sarebbe discusso anche di un eventuale vice-premier chiesto dal Carroccio: "Non se ne è assolutamente parlato", ha replicato. Il rapporto nella maggioranza, secondo il segretario, non sarà sottoposto, né oggi e nemmeno nei prossimi mesi, a ulteriori verifiche poiché "è la storia di questi anni che testimonia che è un'alleanza collaudata e robusta. Non c'è una verifica a cui siamo sottoposti nel rapporto tra Pdl e Lega". Alfano ha poi confermato che l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 "è confermato, e tutto ciò andrà fatto secondo i tempi previsti e secondo i vincoli che l'Unione Europea ci assega". Quanto alla manovra di bilancio, il Guardasigilli uscente ha spiegato che "c'è stata solo una discussione di ordine generale e non era questa la sede per entrare nel dettaglio". GIUSTIZIA - Chi aveva avuto modo di parlare in questi giorni con il Cavaliere, aveva riferito della volontà del premier di conoscere, al più presto, le vere intenzioni del Senatùr. Secondo alcune voci, Bossi, senza garanzie sulla riforma fiscale potrebbe spingere per andare ad elezioni anticipati. Il Senatùr vuole una svolta tangibile. La nomina di Angelino Alfano alla segreteria del Pdl potrebbe non bastare. Un altro nodo da sciogliere, con Alfano in uscita, è proprio quello del nuovo ministro della Giustizia. Il dicastero, non è un segreto, fa gola alla Lega Nord, anche se pare difficile che il successore del Guardasigilli uscente provenga dalle file del Carroccio. Bossi e i suoi, piusttosto, vogliono portare a casa spazi di manovra per quel che riguarda le prossime mosse di natura economica. Tutte questioni sulle quali si tornerà a discutere, ma in un clima più sereno: durante l'incontro di Arcore, queste le rassicurazioni arrivate dalla maggioranza, l'ipotesi di una rottura tra Pdl e Lega Nord non è stata nemmeno sfiorata. VICEPREMIER - Ministero della Giustizia a parte, al vertice, probabilmente, si è parlato pure di rimpasto: la Lega vuole altri posti nell'esecutivo, soprattutto in vista della verifica parlamentare che si terrà il prossimo 30 giugno. Se il Carroccio mollerà sul Guardasigilli, non pare intenzionata a fare altrettanto per quel che riguarda il vicepremier: Bossi vorrebbe Roberto Maroni come numero due dell'esecutivo, una mossa che rafforzerebbe l'immagine del partito agli occhi di una base che, recentemente, ha dato segni di disagio e malumore. Ma a detta di Alfano, a Villa San Martino di un possibile vicepremier non si è proprio parlato.

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