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Calcioscommesse, parla l'avvocato di Quadrini. Choc: "Figc sapeva tutto. Depositai la denuncia l'8 maggio"

Massimo Ciardullo: "Spiegai si era in presenza di un fatto gravissimo. Avrebbero potuto intervenire subito"

Andrea Tempestini
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Dichiarazioni choc dell'avvocato Massimo Ciardullo, che nell'inchiesta su calcio e scommesse difende il giocatore del Sassuolo, Daniele Quadrini, ascoltato in procura a Roma per una denuncia per tentata estorisione da lui stesso presentata. "L'8 maggio scorso denunciai il tentativo di estorsione a danno di Quadrini - ha spiegato il legale -, depositando l'atto alla Procura dell Figc. Spiegai che si era in presenza di un fatto gravissimo e che esisteva una banda che era dedita alle scommesse. A nostro parere - sgancia la bomba Quadrini - la Figc sarebbe potuta intervenire subito, prima che lo scandalo fosse scoperchiato dall'attività della magistratura ordinaria". L'interrogatorio - Quadrini è stato ascoltato per oltre un'ora dal pm Mario Ardigò in procura a Roma. Con lui ha ricostruito le varie tappe della vicenda che lo ha coinvolto spiegando in sostanza di essere estraneo ai fatti e di essere stato «messo nei guai da Marco Paoloni», portiere del Benevento coinvolto nell'inchiesta della Procura di Cremona. "Quadrini il 29 aprile scorso - ha spiegato l'avvocato Massimo Ciardullo, che assiste il calciatore- è stato raggiunto da una telefonata, da parte di un tal Massimo di Pescara che gli intimava di restituirgli 36 mila euro, debito dovuto ad una scommessa effettuata. Ma bisogna subito dire che Quadrini non ha mai fatto alcuna scommessa ed ha cercato anche di spiegarlo al misterioso interlocutore, il quale non si è perso d'animo e gli ha spiegato: ti ha messo nei guai Marco Paoloni". Atti alla Fgic - Nel frattempo, Ettore Traini, collaboratore della Procura federale della Fgic, giovedì mattina si è recato al tribunale di Cremona, probabilmente per acquisire gli atti relativi all'inchiesta che la Federazione ha chiesto da giorni. Traini ha spiegato di non poter rilasciare nessuna dichiarazione. Secondo quanto hanno però fatto trapelare fonti investigative, la Fgic non avrebbe messo le mani sulla totalità degli atti, aa su circa 2mila pagine (in totale sono più di 6mila) dell'indagine condotta dal pm Roberto Di Martino. La giustizia sportiva, si è appreso, potrà interrogare a distanza gli indagati, utilizzando il sistema di digitalizzazione degli atti e dei processi via web messo a punto dalla magistratura.

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