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I buttafuori sono in spiaggia: Jesolo, steward anti-abusivi

Repulisti sotto il sole. Nei lidi la security per vigilare sui clienti. Obiettivo è cacciare tutti quelli che disturbano la tintarella

Andrea Tempestini
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In spiaggia come in discoteca. Non per la musica, per il buttafuori. La novità arriva da Jesolo, dove preferiscono il termine steward - più professionale e rassicurante - per indicare l'omone posto a guardia dello stabilimento. Il concetto però non cambia. Maglietta bianca e pantalone blu, Alessandro Regazzo, uno degli uomini ingaggiati per il servizio di sorveglianza, è il terrore di venditori ambulanti e vu cumprà di ogni genere, anche perché l'area che gestisce è di proprietà di un privato e quindi l'accesso non è libero. «Faccio chilometri di spiaggia ogni giorno - racconta lo steward al Corriere del Veneto - ma è un lavoro che dà soddisfazione perché i turisti lo apprezzano, si sentono più sicuri e sono più tranquilli. E al momento non ci sono lamentele». Ufficialmente la sua funzione è quella allontanare gli ambulanti dal perimetro, fornire supporto ai clienti in diverse lingue e ricordare loro che chi acquista merce contraffatta rischia una multa fino a mille euro. Nella pratica, sorveglia l'area del consorzio Marconi (quasi 26mila metri quadrati) aggirandosi tra i 1.700 ombrelloni a caccia di intrusi e disturbatori. Tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. L'idea della sorveglianza sulla spiaggia di piazza Marconi è di Amorino De Zotti, ideatore del Lungomare delle Stelle e titolare del consorzio Marconi. «Ho ridotto del 90 percento il passaggio dei vu cumprà - spiega De Zotti - i miei clienti sono sereni e apprezzano questo servizio. «La gente vuole star tranquilla in spiaggia e non essere disturbata ogni tre minuti dal passaggio di un ambulante che cerca di vendere l'orologio o l'occhiale contraffatto». Qualcuno già parla di iniziativa razzista. «Per nulla, io penso esclusivamente alla serenità e al comfort dei clienti». La scelta di una squadra di buttafuori dell'arenile in realtà è un ripiego. Il progetto iniziale nato per contrastare il fenomeno dei venditori era quello di limitare l'accesso al litorale attraverso tornelli simili a quelli utilizzati negli stadi. Una follia per fortuna bocciata dal buon senso ma soprattutto dal timore di una rivolta popolare. La scena sarebbe stata grottesca: famiglie armate di ogni diversivo da spiaggia (materassino, palette, secchielli, pallone, ecc) costrette al rito quotidiano del casello per l'arenile. Non piaceva a nessuno. Troppo stress per i bagnanti e pessima immagine per i gestori degli stabilimenti, immediatamente tacciati di essere “fascisti del mare”. Per questo si è deciso di virare in direzione dei buttafuori; gli abusivi restano alla larga e i clienti si rilassano nella riserva protetta. Così, quella che si preannunciava come una proposta discutibile, si è trasformata rapidamente in successo. Tant'è che un altro consorzio, il Bafile, ha appena annunciato che recluterà uno steward. «A nostro avviso è la migliore soluzione per informare i turisti che non devono acquistare materiale dagli extracomunitari abusivi» - ha dichiarato il presidente di Federconsorzi, Renato Cattai. Mentre il sindaco di Jesolo, Francesco Calzavara, si è detto disponibile ad assumere nel 2012 un'intera squadra di buttafuori da spiaggia con i soldi destinati all'assunzione di vigili urbani stagionali. Potrebbe essere una piccola rivoluzione tutta veneta. E la comunità dei vu cumprà sta già pregando affinché non si concretizzi. In quel caso non resterebbe altro da fare che cambiare regione. O mestiere. di Salvatore Garzillo

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