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Nel Pdl inizia l'era di Alfano. Cav: "Eletto per acclamazione"

Investitura ufficiale del neo-segretario. Il premier: "Uomo giusto. Adesso giustizia e le intercettazioni". Angelino apre al centro

Andrea Tempestini
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E' arrivato il grande giorno di Angelino Alfano. Dopo le elezioni e il referendum, il Popolo della Libertà si è riunito per l'investitura ufficiale del nuovo segretario del partito, il Guardasigilli uscente. "E' l'uomo giusto", ha spiegato il premier, che poi è tornato a ribadire che "siamo una grande forza politica, la prima in Italia: anche se i signori del Pd dicono il contrario siamo al 30% e oggi sarà una giornata di coesione e di unità per una ripartenza forte del Pdl". Con questa frase Berlusconi ha aperto i lavori del Consiglio nazionale con cui è stato incoronato il ministro della Giustizia. "Abbiamo ancora un vasto margine di rescita - ha aggiunto il Cavaliere -, possiamo riconquistare il 41% del dopo elezioni politiche. Potremo essere il primo partito di maggioranza relativa nel Paese. Oggi - ha chiosato - deve essere la giornata di una forte ripartenza dell'attività del partito. Questa deve essere la giornata dell'amore, dell'armonia e della coesione". Poi ha preso parola proprio Alfano, che ha lanciato una "costituente" aperta a tutti coloro che vorranno lavorare con il Pdl e ha rivolto un appello agli "amici" del centristi. Piano di riforme - Il Cavaliere ha indicato la strada: "presto" la riforma della giustizia e quella delle intercettazioni, su cui il dibattito si è infuocato dopo lo scoppio del caso P4-Bisignani. Berlusconi ha spiegato "La riforma della giustizia è indispensabile, tutti voi ne avete contezza. Probabilmente a latere ci sarà la regolamentazione delle intercettazioni. Non è un Paese civile - ha ribadito - quello in cui i cittadini quando alzano il telefono devono temere che le comunicazioni siano violate e pubblicate sui giornali e ripetute dalle televisioni". La manovra - Poi il premier ha parlato della manovra economica approvata giovedì: "Ieri abbiamo messo a punto una manovra.  Ho ceduto a un qualcosa che era contro il nostro programma elettorale, il bollo sulle auto: è l'unica cosa contro il programma, ma un signore di cui avete sentito parlare molto, Giulio Tremonti, mi ha ricattato con un ragionamento ficcante dicendomi che un piccolo sacrificio poteva essere accettato da chi ha auto di grossa cilindrata. Solo questo è contro il nostro programma", ha sottolineato Berlusconi, che ha poi rivendicato la decisione, definita "saggia", di istituire una commissione che studi i costi della politica nei "sei principali Paesi europei" per adeguare i costi della politica alla media che ne risulterà. "E' una misura assolutamente saggia e non criticabile", ha spiegato" Acclamazione di Alfano - Il Cavaliere ha proclamato Angelino Alfano segretario del partito per acclamazione, invitando la platea a decretarne la nomina. Il coordinatore del Pdl Denis Verdini, però, ha sottolineato che prima dell'elezione sarà comunque necessario votare la modifica dello Statuto per istituire la figura del segretario. Ma quella di Berlusconi, de facto, è stata un'incoronazione: "Da tutti noi è venuto fuori che dovevamo mettere alle spalle il partito delle quote. Ai tre coordinatori rivolgo qui un grazie profondo e commosso, hanno lavorato benissimo e sono certo che lo faranno ancora. A loro mi lega un sentimento di gratitudine, amicizia e affetto". Il premier ha poi sottolinato che "da tutti è venuto fuori che volendo un partito unico dovessimo darci anche un segretario unico. Non ho sentito una voce contraria. Siamo tutti qui a decidere in un abbraccio generale - ha poi detto rivolgendosi ad Alfano, al suo fianco sul palco - che devi essere tu a impegnare le tue giovani forze per il partito. Inutile dire che conosco Angelino da tempo. E' generoso, leale, non menzognero e intelligente". Alfano chiama i centristi - Poi ha preso la parola proprio il neo-segretario (o quasi), che ha lanciato una "grande costituente popolare con chi vuole lanciarsi su questa strada con noi", che "abbiamo una prospettiva, quella del Ppe". Alfano ha subito rivolto un appello agli "amici del centro", pur senza fretta. "Non attendiamo una risposta questo pomeriggio - ha spiegato dal palco -, è un processo delicato e non un telequiz. Si possono chiamare i nostri amici ma con calma, non c'è bisogno ci diano domani pomeriggio una risposta perché abbiamo anche i voti in Parlamento senza di loro, siamo alla ricerca di un processo costitutivo serio, di una grande area che aggreghi gli italiani moderati, alternativi alla sinistra e che tenga insieme nel nostro paese tutti coloro i quali ci hanno creduto".

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