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La Lega ritorna alla carica: "Crocifisso a Montecitorio"

Lettera ufficiale dei deputati Fugatti e Negro: "Facciamo rispettare la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'Uomo"

Giulio Bucchi
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Il Crocifisso in Aula. Non quella scolastica o dei tribunali. Quella con la A maiuscola: Montecitorio. A rilanciare una polemica ormai annosa è questa volta la Lega Nord, che tramite i firmatari Maurizio Fugatti e Giovana Negro ha inviato una lettera al presidente e al segretario generale della Camera dei deputati. "Con sentenza definitiva del 18 marzo 2011 - spiega il leghista Fugatti - la Corte Europea dei diritti dell'uomo, riguardo all'esposizione del crocifisso negli edifici pubblici, ha accolto il ricorso dell'Italia stabilendo con estrema chiarezza che l'esposizione del crocifisso non costituisce alcuna violazione alla libertà religiosa, ma è il riflesso della cultura cattolica, maggioritaria nel Paese. Il Consiglio di Stato ha rilevato che la Costituzione repubblicana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose, non prescrive alcun divieto all'esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del Crocifisso, per i principi che evoca [...] fa parte del patrimonio storico. Sarebbe quindi un errore imperdonabile per il nostro Paese - prosegue il deputato del Carroccio - ignorare da dove deriva la sua stessa democrazia. E' infatti innegabile - conclude Fugatti - che sia proprio la tradizione cristiana ad aver consegnato alla storia il moderno concetto di persona, cioè dell'individuo che in quanto tale, prima ancora di essere cittadino, è portatore di dignità e di diritti".  Dura la reazione della vicepresidente dei deputati Pid, Rosa Villecco Calipari: "Con una mano votano leggi disumane che allungano fino a 18 mesi la detenzione nei Cie di chi fugge da guerra e miseria. Con l'altra appendono il Crocifisso nell'aula di Montecitorio. Questi sono i leghisti, i parlamentari leghisti, ai quali, come si legge sul web, neanche il loro popolo crede più".

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