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Tripoli rivendica lancio missile La Russa: "E' solo propaganda"

Il portavoce del governo di Gheddafi sull'ordigno contro la nave italiana: "Abbiamo capacità che non avevamo voluto usare"

Rosa Sirico
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Dopo la smentita, la rivendicazione. Mussa Ibrahim, il portavoce del governo libico, infatti, reclama l'attribuzione del missile lanciato mercoledì mattina contro la nave della Marina militare italiana Bersagliere, al largo delle coste libiche. Non un errore, quindi, come pure aveva assicurato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, ma una vera e propria azione provocatoria delle truppe fedeli a Muammar Gheddafi. "Abbiamo sorprendenti capacità che non abbiamo ritenuto necessario usare - ha detto Mussa - .  Il nostro esercito è ancora molto forte. Non abbiamo ancora usato la nostra vera potenza militare". Il portavoce, inoltre, ha negato che le capacità militari delle forze pro-Gheddafi siano ridotte al 20%, liquidando le stime della Nato con una battuta: "Se fosse veramente al 20% cosa sarei a fare qui?". La Russa: "Mera propaganda" - Mercoledì, La Russia aveva escluso che la fregata fosse l'obiettivo del missile sparato da Tripoli e aveva ipotizzato un errore di lancio della contraerea. A rivendicazione avvenuta, però, il ministro butta acqua sul fuoco e liquida le parole di Mussa come "mera propaganda, in tutta evidenza". Saif e gli incontri in Italia - Si sono svolti in Italia gli incontri tra i rappresentanti di Muammr Gheddafi e Abdel Younis, ex ministro dell'Interno di Tripoli poi divenuto il comandante militare dei ribelli e assassinato a Bengasi in circostanze ancora da chiarire. Lo ha rivelato il figlio di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in una intervista esclusiva al New York Times. "Abbiamo incontrato il generale Younis due volte in Italia - ha detto Saif - . Gli abbiamo detto 'verrai ucciso alla fine della giornata, perchè stai giocando con i serpenti' e lui ci ha risposto 'non ha senso' ".

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