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Casta, lo spot esalta le tasse. Conviene essere onesti?

Il governo paga la campagna pro-balzelli ma continua a ignorare la necessità di un messaggio che arrivi dal Palazzo

Andrea Tempestini
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Italiani, su col morale: i nostri guai sono finiti, la speculazione non fa più paura. Alleluia, viaggiamo col vento in poppa. E lei, gentile cancelliera Merkel, la smetta di farci le pulci e prenda appunti: da oggi, 9 agosto, l'Italia volta pagina e pure libro. Da oggi, che è sempre il 9 agosto dell'anno 2011,  terzo di crisi mondiale, in Italia si fa sul serio. Iniziativa del ministero dell'Economia: una campagna pubblicitaria per combattere l'evasione. Avete letto bene: campagna pubblicitaria. Per la precisione, spot televisivi e radiofonici con l'aggiunta di cartelloni che saranno affissi, sempre a partire da oggi, nelle principali stazioni ferroviarie e negli aeroporti di Roma e di Milano. Ricapitoliamo: in Italia, secondo dati attendibili, l'evasione fiscale ammonta a circa 120 miliardi di euro all'anno, più o meno tre volte l'importo della manovra che sarà messa in atto di qui al 2014 (2013 con l'anticipo). Sommando evasione fiscale, lavoro nero et similia si raggiunge la di 560 miliardi di euro. In Italia, secondo l'Agenzia del Territorio, ci sarebbero più di due milioni di immobili non dichiarati: appartamenti, ville, villette, interi condomini sconosciuti al fisco. In Italia, secondo la Guardia di Finanza, buona parte dell'evasione fiscale si realizza con sofisticati sistemi di esterovestizione della residenza del contribuente, triangolazioni con paesi off-shore e omesse dichiarazioni di capitali all'estero, in Lussemburgo, Svizzera, Panama, San Marino, Liechtenstein. In Italia c'è chi si illude che con una serie di spot l'evasore possa ravvedersi spontaneamente o che i cittadini onesti possano convincerlo a ravvedersi. In Italia c'è qualcuno che crede ai miracoli. O c'è qualcosa che non funziona. La campagna pubblicitaria, affidata all'agenzia Saatchi & Saatchi, presumiamo non a titolo gratuito, si articola in due spot televisivi e due comunicati radio che - scrivono i dotti estensori del comunicato - verranno declinati in affissioni nelle principali stazioni ferroviarie e negli aeroporti e in pagine pubblicitarie sui maggiori quotidiani e settimanali. Vuol dire che ci saranno gli spot e i cartelloni e le pagine sulla stampa. Il tutto per gli interi mesi di agosto e settembre. Non sappiamo se, in caso di impossibile successo, sia prevista una replica. Il primo spot televisivo (titolo: «Se») ricorda che le tasse sono le tasse, proprio le tasse, mica roba differente. Per ottenere risultati concreti, è sempre importante essere chiari e partire con il piede giusto. Le tasse, spiega lo spot, servono a produrre servizi. Manca solo una citazione di Padoa-Schioppa su come sia bello, anzi «bellissimo» pagarle. Specifica anche che i servizi sono gli ospedali, le scuole, le strade, i parchi, i trasporti. Non si sa mai: c'è chi avrebbe potuto pensare ai servizi della colf o della badante. I servizi segreti no, quelli si pagano con le nostre tasse. Ergo, se tutti paghiamo le tasse, possiamo avere servizi migliori. La colf è sempre un altro discorso. Il secondo spot è meno generico e punta al cuore del problema: gli evasori, cioé i parassiti che succhiano risorse all'intera collettività, che non pagano e usufruiscono, non dichiarano e vanno in ospedale, non perché vengano presi a botte ma perché, forse, hanno il mal di pancia. Slogan: «Chi vive a spese degli altri danneggia tutti. Battere l'evasione è tuo interesse». Oppure: «Stop a chi vive a spese d'altri». Non ce lo avesse detto uno spot, non saremmo mai arrivati alla conclusione che gli evasori ci danneggiano. E ora, egregi signori, immaginate un po' il terrificante nonché risolutivo effetto del combinato disposto dei due spot  (tv o radio pubblica, spazio gratuito).  L'evasore guarda il primo spot, quello generico, e commenta: cacchi vostri, mi dispiace ma io evado da una vita e continuerò ad evadere. E se gli ospedali diventeranno ancora più schifosi di oggi, me ne andrò in clinica privata. Pagherà con i soldi non versati al fisco. Poi guarda il secondo spot, quello determinato, duro, e brillantemente se ne strafotte perché è un evasore e gli evasori se ne strafottono del bene comune. Pensano, di norma, ai soldi all'estero. Se è invece un evasore per necessità (in Italia ce ne sono molti) se ne strafrega perché altrimenti non può fare.  Milioni a palate nella casse dell'Agenzia delle Entrate. Basta poco, che ce vo', basta uno spot e tutti diventano bravi e onesti cittadini. E prima di pensare a un sistema equo in cui convenga pagare le tasse, si fa la morale ai contribuenti. Cronache ferragostano di un Paese alle prese con una delle più devastanti crisi economiche che il mondo abbia conosciuto. Ma noi abbiamo gli spot. Ora possiamo andare al mare. Mi raccomando, l'affitto della villetta si può pagare in nero. Lo spot non chiarisce se la villetta sia o meno un servizio. E noi, nel dubbio, ci asteniamo da ogni ricevuta. Viva l'Italia. di Mattias Mainiero

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