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Penati e gli amici costruttori. Zunino sarà ascoltato dai pm

Svolta nelle indagini sulle tangenti rosse a Sesto. Nel mirino l'immobiliarista già indagato per corruzione nell'ex area Falck

Giulio Bucchi
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La prossima settimana è quella cruciale. I pm sono arrivati a un punto di svolta nelle indagini sulle ex Aree Falck, legate alla maxinchiesta su Filippo Penati e la Tangentopoli Rossa. Mercoledì, infatti, mentre il pm monzese titolare dell'inchiesta Walter Mapelli sarà impegnato nell'interrogatorio di Luigi Zunino, imprenditore immobiliare indagato in concorso in corruzione insieme al re delle bonifiche Giuseppe Grossi, il nuovo Piano integrato di intervento relativo alla più grande area dismessa d'Italia sarà discusso dal consiglio comunale di Sesto San Giovanni. Il tutto mentre il sindaco Giorgio Oldrini rimane indagato insieme a Nicoletta Sostaro, responsabile dello sportello unico dell'edilizia e l'architetto Marco Magni rimane in carcere con l'ex assessore Pasqualino Di Leva. E anche mentre degli strani movimenti di escavatori al lavoro sono stati notati nell'area Ex Marelli, interessante per il costruttore Pasini e in parte utilizzata già come deposito dei bus della Caronte di Piero di Caterina e per la Sesto Autoveicoli di Fondrini, altro accusatore del sistema Sesto. È importante per la Procura stringere il cerchio intorno alle Falck insieme a Zunino e Camozzi, suo avvocato e fido scudiero, soprattutto perché le loro posizioni sono legate alle contestazioni fatte a Pasqualino Di Leva, ex assessore all'Edilizia privata che è in cella dal 22 agosto e che ha presentato un'istanza al Tribunale del Riesame per uscire. E la priorità va sempre agli arrestati.  Il collegamento tra Zunino, Grossi e lo stesso Di Leva è spiegato nelle dichiarazioni di Piero di Caterina e si riferisce al 2005, periodo in cui Zunino aveva acquisito da Pasini le aree Falck ed era molto interessato a raddoppiare e volumentrie dell'area da 650 mila metri quadrati a mille e 300. Di Caterina racconta che nell'estate del 2005 Grossi lo mandò a prendere in elicottero per portarlo in Sardegna da Zunino (l'imprenditore ha un buen retiro all'Isola di Cavallo, ndr) per cercare di sistemare la questione Sesto. In pratica, sul raddoppio delle volumetrie Grossi aveva rassicurato «Zunino che il sindaco Giorgio Oldrini e il direttore generale Marco Bertoli sarebbero stati d'accordo, ma che non lo era Pasqualino Di Leva. Ma - come gli accusatori confermano - Di leva andava “aiutato” e quindi lui aveva chiesto un milione e mezzo di euro per salvare la Pro Sesto e acquistare due testate locali. Soldi che, attraverso lo stesso Camozzi, Zunino avrebbe mascherato in servizi di marketing territoriale. E a legare Grossi e Camozzi ancora a Sesto sarebbe stato il racconto che Di Caterina ha fatto “de relato” di una cena nel dicembre del 2006, nel ristorante milanese A Riccione, alla presenza di Pasqualino Di Leva. Le aveva detto che il suo capo, ovvero l'assessore, l'aveva precettata senza dargli motivazioni, e che con Grossi non avevano parlato di nulla di particolare. Per gli inquirenti, potrebbe essere stata un'occasione per discutere della contropartita economica da versare in cambio del raddoppio delle volumetrie edificabili. Una fetta dell'enorme torta spartita anche con le coop emiliane. L'inchiesta è tutt'altro che ferma su tutti i fronti. Ieri Corrado Passera - patron di Banca Intesa - ha detto di non avere nulla da temere. Ma la Procura vuole capire bene il ruolo di Maurizio Pagani, funzionario della Banca Nazionale di Sviluppo della stessa Intesa, indagato perché secondo le accuse presente alla transazione per l'acquisto delle azioni della Serravalle da parte di Gavio. di Laura Marinaro

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