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Un figlio candidato per Di Pietro ma la Carpa gli scappa di mano

Cristiano in corsa per il Consiglio regionale del Molise. Il circolo dell'Idv abbandona in massa: "Tonino, sei come Bossi con il Trota"

Andrea Tempestini
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Il pasdarn Antonio Di Pietro fa un clamoroso autogol. L'alfiere della legalità, del merito e il nemico giurato dei 'furbetti di Stato' ha pensato bene di candidare il figlio Cristiano al Consiglio Regionale del Molise. Per tutta risposta, il circolo di Termoli dell'Italia dei Valori ha abbandonato in massa il partito. E Tonino ha dovuto mandare giù il rospo di una durissima contestazione, il cui slogan era: "Come il trota e come la Minetti" (un assiste favoloso per un nuovo soprannome: se Renzo è il Trota, Cristiano per Di Pietro è la Carpa che gli esplode in faccia). Ma non è tutto, perché in une nota i membri del circolo Idv di Termoli hanno espresso il loro dissenso per la candidatura "figlia della stessa concezione familistica e/o privatistica che presumibilmente ha mosso il capo della Lega Nord, Umberto Bossi, a candidare e far eleggere il figlio al Consiglio regionale della Lombardia". Insomma, Tonino come Umberto. E quindi l'altro esempio: si è mosso come "Silvio Berlusconi per far eleggere Nicole Minetti nello stesso consiglio".  Ma Tonino, si sa, in quanto ad oratoria è un maestro e ha condito ad arte la sua difesa: "Mi rivolgo in particolare, confermandogli tutto il mio affetto, agli iscritti al circolo Idv di Termoli, che hanno posto la questione. Cristiano non è un figlio di papà, non si è svegliato una mattina per trovarsi candidato. E' 10 anni che lavora sodo per il partito".  L'attacco - Certo, anche il figlio di un politico può fare politica senza che si scateni un putiferio. Ma c'è un particolare a rendere ancor più grottesca la vicenda e ancor più forte la rabbia dei militanti dell'Idv. I 'ribelli' di Termoli infatti spiegano che per spingere la Carpa è stata composta una lista "di candidati deboli per favorire surrettiziamente l'elezione di Cristiano", sangue del sangue di Tonino. "Avevano chiesto - continuano gli ex iscritti - di inserire personalità che avrebbero portato voti e qualità; ad esempio Vincenzo Greco, stimato notaio ed ex sindaco della città. Nessuno ci ha mai dato una risposta. Poi vediamo che si accolgono esponenti di altri partiti, come uno dei candidati alle primarie del Pd. Se il fosso lo saltano gli altri verso l'Idv per Di Pietro va bene, diversamente il partito mette veti e pregiudiziali. Questa visione strabica della politica non ci piace". La replica - Il segretario regionale dell'Idv Pierpaolo Nagni ha prontamente replicato: "A Termoli alzano la voce perché volevano imporre il loro candidato, che si è sempre dichiarato autonomo dal nostro partito". Poi aggiunge: "Ci spiace che i componenti del circolo dell'Italia dei Valori di Termoli non abbiano letto bene i nomi che compongono la lista elettorale e si siano fermati solo a quello di Cristiano Di Pietro". Nagni continua: "Ci rammarica questa presa di posizione: loro sanno bene che il vero motivo dell'attacco è un altro. L'IdV non ha accettato il loro ricatto: infatti volevano imporre il nome di un candidato che, pur sollecitato in altre circostanze elettorali a correre con Idv, ha sempre scelto di non voler fare nessun percorso con l'Italia dei Valori per poter conservare la sua autonomia". Nell'Idv, insomma, si scornano in attesa di una replica proprio di Tonino Di PIetro. Ma qualunque cosa ci dirà il leader dell'Idv, i forti dubbi sull'opportunità dell'operazione elettorale non potranno essere dissipati. Cristiano orgoglio di papà - Di Pietro non vuole che suo figlio sia paragonato al Trota o alla Minetti perchè lui "ha dovuto fare, e deve continuare a fare, la trafila come tutti gli altri iscritti all'Idv - spiega il leader Idv-. Non si è svegliato una mattina per trovarsi candidato. Quando abbiamo creato il partito, dieci anni fa, si è rimboccato le maniche anche lui e ha contribuito, con me e con migliaia di altre persone, a costruirlo". Insomma "non è andato a fare il 'trota' di turno con un'elezione sicura in Parlamento, o in qualche listino regionale o in qualche assessorato", tiene a precisare Toninto. "Si è candidato come consigliere comunale e l'ha fatto per cinque anni, senza diventare assessore nemmeno quando era in maggioranza. Poi - conclude Di Pietro - si è candidato al consiglio provinciale e ha fatto il consigliere provinciale per altri cinque anni". Sarà. Di certo, per ora, c'è che la deflagrazione della Carpa sta causando non pochi imbarazzi a Tonino.

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