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Condannato a essere padre anche se il figlio non è suo

Test del Dna prova che il padre è un altro ma il Tribunale sammarinese gli impedisce di disconoscerlo: "Non c'è stato adulterio"

Costanza Signorelli
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Certo che a volte le sentenze sono proprio strane. Dopo l'obbligo di risarcimento al coniuge in caso di corna particolarmente lesive - come se poi ci fossero sofferenze degne di esser risarcite e altre no - arriva la condanna a fare il padre. Eppure è successa anche questa, che forse è ancora peggio. L'esame del Dna dice che quel bambino non è suo figlio, ma lui non può disconoscerlo perché secondo il Tribunale di San Marino non c'è prova di adulterio da parte della madre, così racconta il quotidiano il Giorno. Da dove viene dunque quel bimbo? Pare il segreto di Pulcinella. Basta un poco di buon senso, unito alla comune esperienza per capire che la soluzione del caso non è così complicata. Ma la legge si sa, e per fortuna, non ragiona con le logiche del comune sentire. Il rigore delle prove gravi, precise e concordanti non fa eccezioni. Eppure vien da continuare a pensare: quale prova più schiacciante della presenza di bambino, può testimoniare l'avvenuto tradimento? L'ipotesi della fecondazione - Scartata l'ipotesi di adulterio per assenza di prove sufficienti, lo stesso Tribunale del Titano avanza una soluzione alternativa: "E se ci fosse stata una inseminazione artificiale, di tipo eterologo (il donatore è esterno alla coppia, ndr) e poi qualcuno si è pentito? In questo caso non c'è stato nessun tradimento ma il Dna ci dirà che quello non è il padre". La parola al padre - "Sono sposato con una donna di origine straniera dalla quale, almeno cosi ritenevo - racconta l'uomo - ho avuto un figlio. Io e mia moglie da qualche tempo ci siamo separati. Nel corso della separazione mi sorgono fortissimi dubbi sul fatto che il bambino sia effettivamente mio figlio. Decido dopo molti tormenti di iniziare la causa per verificare se io ero o no il padre e di farlo finché il bambino è piccolissimo. La causa è stata lunghissima, perché mia moglie rifiutava di dare il suo consenso per fare la prova del Dna sul bambino. Preciso che è sufficiente un goccio di saliva, niente di invasivo per lui che non ha colpa di nulla. Di fronte alle lungaggini causate da mia moglie, il giudice decide di nominare un curatore, il quale dice che la prova sarà da fare. Risulta purtroppo che il bimbo non è mio figlio. Addolorato per questa conferma, ma convinto di dover far prevalere la verità finché il bambino è piccolo e attendo fiducioso la sentenza. Ma quando arriva è uno choc: dice che io sicuramente non sono il padre, ma ho perso la causa e resto ugualmente padre. Il motivo? Secondo il giudice non c'è prova di adulterio e il Dna non è sufficiente a dimostrare che mi abbia tradito. Il bambino non è mio figlio, ma io dovrò essere lo stesso suo padre e lui, mio figlio, e non conoscerà mai il suo vero papà".

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