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Silvio "liberalizza" il mattone

per rilanciare l'economia

Fabio Corti
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 Basta licenze, scartoffie, code in Comune e trafile burocratiche. Basta perdite di tempo. Il premier ha un'idea per snellire le pratiche edlizie, dare maggior slancio ai cantieri e, in sostanza, incrementare il volume d'affari del ramo edilizio. Obiettivo: smuovere l'economia. In sostanza il piano di Berlusconi prevede che la licenza edilizia (ora fondamentale anhe solo per piantare un chiodo nel muro) venga sostituita dalla dichiarazione giurata di un tecnico, anche un semplice perito. «Sarebbe uno choc per l'economia, un colpo al cuore della burocrazia inutile e un volano enorme per l'edilizia e le attività collegate», gongola il Cavaliere che sta gestendo la pratica col suo entourage. La manovra consta di due fasi: in questi giorni Palazzo Grazioli sta elaborando una normativa che verrà sottoposta alle Regioni di centrodestra, a partire dal Veneto settimana prossima. Punti salienti: possibilità di aumentare del 20%, sia nel caso di edilizia residenziale che commerciale, la cubatura degli immobili esistenti; del 30% nel caso di abbattimento e ricostruzione di edifici obsoleti; del 35% nel caso il nuovo edificio sia ricostruito con le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. Nonché qualche sgravo fiscale, che non guasta mai. Poi alle norme regionali se ne affiancherà una nazionale, in base alla quale in sostanza basterà che un tecnico, su commissione di un privato, rediga un certificato di avvio delle opere sostituendosi alla pubblica amministrazione, assumendosi tutte le responsabilità in caso di illeciti. Una mossa che dovrebbe annientare le magagne burocratiche.

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