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Cav: "Cambio nome al Pdl. Un'idea? Forza Gnocca"

Berlusconi respinge l'ipotesi dimissioni e rilancia: "Ribattezzo il partito". Voi quale nome vorreste? Mandate le vostre idee a: [email protected] o commentate l'articolo

Andrea Tempestini
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Per il Pdl è il giorno del Consiglio dei Ministri, ma soprattutto quello dell'incontro tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Per l'esecutivo sono giornate difficili. Si vocifera di uno strappo da parte di Pisanu e Scajolani, pronti a far cadere il governo anche prima della fine di ottobre. Il premier, però, non sembra credere all'ipotesi. "Mi fanno ridere - ha commentato nel Transatlantico di Montecitorio -. Ma quale passo indietro? - ha risposto a chi gli chiedeva delle dimissioni -. Arriva un altro, ma poi cosa fa? Ma và...". Quindi ha aggiunto: "Andremo avanti fino al 2013, perché il nostro obiettivo è completare le riforme e il programma. Questo a meno di imprevisti - si è lasciato scappare -, che nel caso ci fossero non ci darebbero il tempo nemmeno di cambiare il nomer del parito". Già, perché Berlusconi annuncia una svolta: "Cambieremo il nome del Pdl perché non è nel cuore della gente. Si accettano suggerimenti, faremo dei sondaggi", avrebbe detto secondo quanto riferito da chi era presente ad alcuni parlamentari del Pdl. Il Cavaliere ha proseguito lasciandosi andare a una battuta: "Mi dicono che il nome che avrebbe maggiore successo è Forza Gnocca". L'iniziativa di Libero: raccogliere idee e suggerimenti per il nuovo nome da dare al Pdl. Mandate la vostra proposta alla e-mail [email protected] o fateci sapere la vostra commentando l'articolo. "Con Giulio? Tutto ok" - Il Cavaliere si è poi sbottonato anche sul rapporto con il superministro. "Se c'è un periodo in cui stiamo lavorando in assoluta concordia con Tremonti è questo", ha spiegato alla buvette alla Camera dopo il CdM con il titolare di via XX Settembre. Il premier ha poi bollato come "tutte storie" le cose scritte negli ultimi giorni sui rapporti con Giulio. E questi rapporti, secondo quanto riportato dalla stampa, in gran parte dipendono dalla nomina del successore di Mario Draghi al vertice di Bankitalia, decisione sulla quale il governo è in stallo. "Il nome arriverà entro il primo di novembre, è una prerogativa del presidente del Consiglio e la metterò in pratica", ha assicurato Berlusconi. Poi una battuta sulla manovra per lo sviluppo: "Non è facile", ha ricordato il premier. "Le manovre con i fichi secchi non si possono fare altrimenti anche altri governi avrebbero assunto determinazioni". Il premier ha comunqque ribadito che la condizione italiana è comune a molti Paesi: "Non c'è un governo al mondo" che stia riuscendo a rilanciare la crescita e, in particolare l'Italia, "soffre degli handicap del passato: il debtio, il gap infrastrutturale, la burocrazia". Tremonti: "Sui soldi diverse idee" - Berlusconi ha poi ribadito quali siano le priorità per l'esecutivo. "Dobbiamo andare avanti sul disegno di legge sulle intercettazioni e poi completare la riforma della giustizia". Oltre a questo e al decreto sviluppo, la maggioranza ha in cantiere anche "la riforma del fisco e quella dell'architettura dello Stato". Curioso, poi, un intervento di Giulio Tremonti. Mentre il premier rassicurava i giornalisti presenti alla Camera sui suoi rapporti con il titolare di via XX Settembre, Giulio ha spiegato: "Abbiamo diverse idee sui soldi...".

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