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L'Iva cresce ma i prezzi di più Ecco la fregatura per le tasche

L'imposta sale dell'1%, i beni di consumo fino all'11%. Dal caffè ai cd, è pioggia di rincari. Sui mutui si arriva a 100 euro in più al mese

Giulio Bucchi
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Di tazzine di caffè ne beviamo tante. Circa 600 all'anno. A testa. Di queste almeno il 30% sul bancone di un bar. Solo per questa “passione” l'anno prossimo pagheremo, se decidiamo di  mantenere intatte le abitudini, minimo 20 euro in più. Il tutto grazie all'aumento dell'Iva e ai rincari che i commercianti ci hanno attaccato. Con la scusa o la comodità di arrotondare. Infatti il costo della tazzina in moltissimi bar è passato da 90 centesimi a un euro. Che fa addirittura l'undici per cento di rincaro. In alcuni addirittura da 85 a un euro. Venti o trenta euro certo non saranno molti in un anno, ma non sono da buttare via. E il dramma è che la tazzina è solo una delle migliaia di cose il cui prezzo è salito. Il passaggio dell'Iva dal 20 al 21% sta innescando aumenti fuori controllo. Dalle prime rilevazioni -e difficilmente la situazione migliorerà -  la “cresta” media che rimane attaccata all'aumento imposto nell'ultima manovra viaggia sul 2,8%. Tazzine a parte, i cd musicali costano quasi l'8% in più. Il dentifricio oltre il 4%. Il detersivo per la lavastoviglie il 3,8 e il sapone il 3,3%. Tutti dati rilevati dal Codacons tra le città di Roma e Milano. I calcoli - Secondo l'Adoc, altra associazione a tutela dei consumatori, il rincaro dell'Iva ha colpito soprattutto musica e film. Un cd musicale costa in media 20,90 euro, per un dvd con un film servono 23,50 euro.  Con l'aumento legato al rincaro dell'Iva, i prezzi sono in realtà saliti del 7,8% e del 2,6% rispetto ad agosto. Se poi si guarda al confronto con i mercati europei, emerge che i prezzi negli altri Paesi sono notevolmente inferiori.  Un mercato già in affanno nel quale diventa sempre più diffusa la pirateria. Il presidente Adoc Carlo Pileri: «Il costo di un cd è aumentato, in media, di 1,50 euro rispetto al periodo con l'Iva al 20%, mentre per un dvd si spendono 60 centesimi in più. I rincari fuori controllo registrati su cd e dvd hanno aumentato la forbice di prezzo con il resto d'Europa, dove mediamente per l'acquisto di un cd si spende il 37% in meno, mentre per acquistare un dvd si risparmi il 24%». E musica e film sono solo una piccola parte del grande mare dei consumi. Fatto anche da beni che sono tutto fuorchè superflui. Vedi benzina, pane, pasta e tutto ciò che permette alle famiglie di campare. Non a caso nel mese di settembre l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente. Il 3,1% rispetto allo stesso mese del 2010.  E intanto il potere di acquisto delle famiglie è sceso (dal 1998) complessivamente di 10 mila euro. Le stime di crescita del Pil sono state riviste al ribasso. Praticamente da tutti gli enti di valutazione. E se non bastasse i consumi continuano a ripiegare. Insomma l'effetto “cresta” sull'Iva proprio non ci voleva. Niente crescita - E forse è il caso che qualcuno da Mr Prezzi alla guardia di finanza intervenga per stoppare la speculazione. non esiste solo la lotta all'evasione. In questo momento altri rincari sarebbero deleteri. Già con l'uno per cento (che teoricamente dovrebbe essere 0,833%) l'aggravio a famiglia  per le spese riguardanti abbigliamento, auto, televisori, moto, calzature, vino e cioccolato avrebbe raggiunto i 400 euro. Se prendiamo la media del 2,8%, calcolata dal Codacons, si superano i mille e cento euro. Quattrocento di Iva e più di settecento di aumenti al banco. Una botta che si somma a quella della manovra. Sommando gli effetti delle Finanziarie di luglio e di Ferragosto, il costo medio a carico di ciascuna famiglia italiana sarà di oltre 5.700 euro. I calcoli sono della Cgia di Mestre che ha sommato le conseguenze economiche delle due manovre fiscali sui nuclei familiari italiani per gli anni che vanno dal 2011 al 2014. Le cifre sono imponenti: il risultato complessivo riferito al quadriennio 2011-2014, sarà pari a 145,17 miliardi di euro. Dividendo l'importo complessivo per i 25 milioni di famiglie italiane, ciascun nucleo dovrà farsi carico di un importo medio complessivo, tra il 2011 e il 2014, di 5.766 euro.  Se per l'anno in corso l'aggravio per i bilanci familiari sarà, tutto sommato, abbastanza modesto (quasi 113 euro), la mazzata sarà veramente pesante nel 2013 (2.155 euro) e nel 2014 (2.375 euro), anno in cui la manovra complessiva entrerà a regime per un effetto sull'indebitamento di 59,7 miliardi di euro. Allo sportello - Non vanno dimenticati i maggiori costi dei mutui (vedi articolo sotto) e le spese di gestione allo sportello. «Per le banche,  il recente aumento dal 20 al 21% si è tradotto in un parallelo aumento, del costo dei beni e servizi, stante l'impossibilità di recuperare tale imposta a causa dello speciale regime di esenzione previsto istituzionalmente per i servizi finanziari resi dalle stesse banche», ha detto lo scorso 5 ottobre il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari nel corso di una audizione alla Commissione Finanze della Camera, sottolineando che questo «accresce l'urgenza che siano accolte le richieste da tempo presentate dall'Associazione per l'introduzione di un vero e proprio regime dell'Iva di gruppo secondo i criteri comunitari. In parole povere altri spiccioli da sborsare che si sommeranno al montagna di rincari.

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