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Il Pd chiede le dimissioni del segretario Bersani

Roma, alla riunione dei MoDem un coro: "Preferiamo il governissimo" Veltroni: "Serve una transizione". Fioroni: "Basta inseguire Di Pietro"

Andrea Tempestini
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Il Partito Democratico detronizza Pier Luigi Bersani. Nonostante le smentite di facciata provenienti dalla riunione dell'ala MoDem del partito, l'area che fa riferimento a Walter Veltroni, è questa la chiara indicazione che uscita dai lavori del gruppo democratico. L'ex segretario nega che dietro la richiesta di un governo di transizione vi sia il tentativo di scalzare Bersani dalla leadership del partito e di negargli la candidatura a premier. "Si dice che noi non saremmo per il governo di transizione in quanto tale, ma perché sarebbe il modo migliore per un cabiamento di leader. Non penso che Bersani parli di elezioni per andarci subito o che abbia come obiettivo salvare la leadership, ne tantomeno si può pensare il contrario di noi". Veltroni nega, smentisce, ma il fatto è che continua a caldeggiare un governo tecnico - il nome prediletto è sempre quello di Mario Monti -, un'opzione decisamente favorita da larghe fette del Pd che non vuole dare le chiavi in mano al segretario. Fioroni: "Sferzata al Pd" - I concetti di Veltroni sono stati sposati in pieno anche da Beppe Fioroni, altro componente di spicco dell'area MoDem: "La nostra è una sferzata al Pd, perché non possiamo rischiare di essere come Penelope che tesse la tela di mattina e la disfa di notte. Se non operiamo perché si realizzi un governo di larghe intese - puntualizza -, la nostra inerzia consentirà a Berlusconi di autoaffondarsi, andare al voto ad aprile e di ricandidarsi. E noi saremo la principale concausa del mancato raggiungimento di un governo dell'alternanza". Anche per Fioroni, insomma, meglio il governissimo piuttosto che affidarsi al leader designato. Veltroni: "Calma con le primarie" - Veltroni, nel corso del suo intervento, ha anche gettato acqua sul fuoco delle primarie, uno dei punti fondativi del Partito Democratico ma per il quale lo stesso Pd ha sofferto e soffre profonde lacerazioni. "Se cominciamo a parlare di primarie indeboliamo la prospettiva di un governo di transizione", si affanna a difendere l'ipotesi di un esescutivo tecnico. "Se questa prospettiva sfumasse, parleremmo di tutto il resto sulla base di un'alleanza programmatica. I momi mi entusiasmano poco, bisogna sapere per cosa ci si allea". "Non inseguiamo Di Pietro" - Una strigliata sulle alleanze, poi, è arrivata da Fioroni. Recentemente Bersani ha stretto un patto con Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Ma Tonino, ai MoDem, non piace affatto. "Le alleanze si stringono sul programma e non sulla piazza. Inseguire Di Pietro - sbotta Fioroni - anche con le manifestazioni di piazza, ci fa competere per una piccola fetta di elettorato. Noi dobbiamo puntare a interfacciarsi con quel 40% di cittadini che ora non ci sta guardando, che nei sondaggi dicono di non sapere se andranno a votare o no". Parole durissime con cui si bolla come perdente la strategia di alleanze del segretario.

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