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Sacconi: "Rischio terrorismo" Però la sinistra non ci crede

Il ministro del Lavoro lancia l'allarme. Ma la Camusso lo attacca: sono temi che vanno trattati con cautela

Lucia Esposito
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Il ministro de lavoro Maurizio Sacconi evoca lo spettro del terrorismo sull'apertura al licenziamento in caso di crisi economica, una reazione che potrebbe arrivare fino all'omicidio. Intervitato da Maria Latella su Sky, il ministro dichiara: Non ho paura per me, io sono protetto. Ma per le persone che potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica, che nel nostro Paese politica che non si è del tutto estinta". Oggi vedo una sequenza dalla violenza verbale, alla violenza spontanea alla, violenza organizzata che, mi augurom non arrivi ancora una volta anche all'omicidio come è accaduto l'ultima volta dieci anni fa con il povero Marco Biagi, nel contesto di una discussione per molti aspetti simile a quella di oggi". Le reazioni. Paroli forte che la sinistra non vuole sentire. La prima a reagire è stata la leader della Cigl Susanna Camusso: "Mi auguro che il ministro parli perché ha degli elementi e non per inquinare un clima già molto difficile. Pierluigi Bersani anche getta acqua sul fuoco: "Invito Sacconi a spegnere la miccia che ha acceso e a mettersi a ragionare seriamente". Scende in campo anche Olga D'Antona, vedova di Massimo, il giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 20 maggio del 1999 e deputata Pd. La D'Antona ammetta che effettivamente il rischio attentati esiste ma "ma Sacconi farebbe bene a non evocare il terrorismo e a non creare nel mondo del lavoro le spaccature che ha già creato con questa sua fissazione sui licenziamenti. Reagisce anche l'Italia dei valori con Maurizio Zipponi, responsabile Welfare: "Sacconi ha innescato la bomba e ora grida aiuto".

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