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Casini imbarazzato per l'Enav: i guai vengono dall'alto

L'inchiesta della Procura di Roma: arrestato Pugliesi, capo dell'Enav: avrebbe versato 200mila euro al tesoriere Udc

Giulio Bucchi
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Lo scandalo delle tangenti Enav travolge l'ad Guido Pugliesi e porta alla luce un sistema di finanziamento illecito ai partiti. A un anno dall'avvio dell'inchiesta della Procura di Roma sulle presunte irregolarità nell'assegnazione degli appalti a Selex Sistemi Integrati ieri è arrivata la svolta. La Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno eseguito perquisizioni in tutta Italia e fatto scattare le manette. Arrestato l'amministratore delegato dell'Ente nazionale di assistenza al volo Pugliesi, per il quale il gip di Roma Anna Maria Fattori, su richiesta del pm Paolo Ielo, ha disposto la misura degli arresti domiciliari. Sono invece finiti in cella il commercialista Marco Iannilli e il direttore tecnico di Selex, Manlio Fiore. Il gip contesta agli arrestati il finanziamento ai partiti, reato per il quale è indagato anche il deputato e segretario amministrativo dell'Udc, Giuseppe Naro. È inoltre accusato di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, mentre la moglie Marina Grossi, amministratore delegato di Selex Sistemi Integrati, dovrà rispondere di reati fiscali e corruzione sempre nell'ambito della stessa indagine. L'inchiesta, che mira a fare luce sugli appalti assegnati senza gara pubblica a società che tramite fatture per operazioni inesistenti avrebbero creato fondi neri da destinare al finanziamento illecito di partiti, si sta concentrando su una decina di commesse affidate da Enav a Selex e in particolare su una tangente da un milione di euro pagata dall'imprenditore Tommaso Di Lernia, titolare della Print System, una delle società interessata all'assegnazione in subappalto dei lavori. Grazie alle dichiarazioni di Di Lernia, arrestato e poi scarcerato, gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire l'intricata vicenda degli appalti, il coinvolgimento di esponenti di Enav e il sistema dei rapporti di favore con partiti e politici. Le Fiamme Gialle e i carabinieri del Ros, ieri, hanno svolto perquisizioni negli uffici di quattro dirigenti dell'Enav e sequestrato documenti ritenuti interessanti. Sotto la lente del pm Ielo soprattutto i lavori, sia tecnici sia di opere civili, riguardanti gli aeroporti di Napoli e Palermo. Secondo gli inquirenti i lavori assegnati a Selex e subappaltati alle società Print System, Arc Trade, Techno Sky ed altre società abbiano determinato, nel periodo che va dal 2005 al 2010, una sovrafatturazione dei costi e la creazione di fondi redistribuiti tra i soggetti coinvolti. Il gip Anna Maria Fattori, nelle 63 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, descrive con precisione la condotta degli indagati, che insieme avevano creato un vero e proprio “sistema Enav”, «inteso come meccanismo di attribuzione di commesse che attraverso sottesi illeciti rapporti personali con sviamento di poteri pubblici e privati garantiva, attraverso il meccanismo della sovraffatturazione o della fatturazione per operazioni inestistenti, illecite contribuzioni di denaro a singoli e a partiti». La creazione di «“fondi neri” da impiegare per retribuire sia coloro che», scrive il gip, «in violazione dei doveri di fedeltà verso l'ente in cui operavano, affidavano loro le commesse; sia colore che, in qualità di “faccendieri”, prestavano la propria opera per realizzare clandestine convergenze criminali tra soggetti che, per la qualifica e il ruolo assunto, avrebbero dovuto, nel rispetto delle regole di mercato, operare per fini diversi e contrari a quelli che, di fatto, muovevano le proprie determinazioni dirigenziali». Primo tra tutti l'ad Pugliesi, sul quale il gip, nel disporre le misure cautelari, esprime un giudizio «di pericolosità sotto il profilo della reiterazione derivante dal ruolo svolto in seno all'Enav e dell'atipicità del potere esercitato avvalendosi di collaudati riferimenti politici». Proprio lui, infatti, avrebbe accompagnato Di Lernia «presso l'ufficio dell'onorevole Casini» per incontrare il tesoriere dell'Udc Naro al quale, il 2 ottobre 2010, il titolare di Print System avrebbe consegnato una mazzetta di oltre 200mila euro  «senza la deliberazione dell'organo sociale competente e senza l'iscrizione della erogazione a bilancio», si legge nell'ordinanza. Tutti fatti sul quale sono in corso altri accertamenti ma che, secondo il gip, sono stati «commessi in un contesto criminale assai ampio, solo in parte raggiunto dalle investigazioni». Il giudice per le indagini preliminari ha invece rigettato la richiesta della Procura di custodia cautelare in carcere per Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne del gruppo Finmeccanica e anch'egli accusato di illecito finanziamento ai partiti. Borgogni resta indagato per la vicenda della barca del deputato Marco Milanese, ceduta ad un prezzo di gran lunga superiore al suo valore. Insieme a lui e a Milanese sono coinvolti nello stesso filone il legale rappresentante della Eurotec, Massimo De Cesare, Di Lernia e l'ex consulente Lorenzo Cola e il manager Fabrizio Testa. di Rita Cavallaro

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