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Giorgio, nonno degli immigrati "Sia italiano chi nasce qui"

Napolitano chiede la cittadinanza per figli degli stranieri: bombarda la Lega che ora sta all'opposizione. Insorge il Carroccio

Andrea Tempestini
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Giorgio Napolitano non parla soltanto della situazione politica, ma anche di quella italiana. Il Capo dello Stato sposta la sua attenzione sul problema dell'immigrazione nel corso dell'incontro con la federazione delle chiese evangeliche in Italia. Napolitano ha ripreso il discorso pronunciato una settimana fa quando aveva ricevuto al Colle una rappresentanza dei 'nuovi cittadini italiani'. "Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla - ha proseguito il presidente della Repubblica - è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione". Il progetto di riforma è subito piacituo sia alla sinistra sia al Terzo Polo: il Partito Democratico ha promesso una legge entro Natale. La Lega Nord è invece contrarissima e parla di una vera e propria spallata. La Lega sotto attacco - La dichiarazione di Napolitano ha provocato reazioni contrastanti nel mondo politico. E soprattutto ha infiammato ulteriormente i rapporti già accesi con la Lega. Il coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, Roberto Calderoli, parla di "vera follia" e minaccia in risposta "barricate in Parlamento e nelle piazze". Del resto la dura reazione della Lega era prevedibile dato il contenuto della proposta fortemente in contrasto con la linea del popolo padano. Ma c'è di più: l'ultima dichiarazione sugli immigrati si somma alla recente provvedimento su Roma Capitale, salutata con favore dallo stesso Napolitano (e il Carroccio mugugna anche per l'annullamento del ministero per l'attuazione del Federalismo, sostituito dal governo Monti caldeggiato dal Capo dello Stato con quello della Coesione Territoriale). E così sono già tre le spine nel fianco del neo partito d'opposizione. E non è certo il Carroccio a smorzare i toni. Così Calderoli insinua il dubbio: "Non vorrei che questa idea altro non sia che il 'cavallo di Troia' che, utilizzando l'immagine dei 'poveri bambini', punti invece ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge...". E in effetti gli immigrati rappresentano un bacino non indifferente di consensi, oltre a rappresentare una consistenza fetta contributiva. Sulle politiche di integrazione - Napolitano ha poi auspicato che l'iniziativa debba rientrare nella consapevolezza della necessità di "acquisire anche nuove energie in una società per molti versi invecchiata se non sclerotizzata. Secondo l'inquilino del Quirinale, inoltre, la nomina di Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, a ministro della Cooperazione internazionale e dell'integrazione sociale segnala "la possibilità di riprendere le politiche di integrazione che hanno uno sviluppo ormai lontano".  Nelsuo intervento Napolitano ha parlato anche di politica, sottolineando come ora ci sia "la possibilità di fare in Parlamento quello che non si è potuto fare negli anni passati". Il Capo dello Stato sottolinea che "il mare è ancora un po' mosso, ma credo ci siano maggiori possibilità di dialogo e confronto tra gli schieramenti" e che "avremo le condizioni per una maggiore obiettività e costruttività". Altre reazioni - Ma il punto che ha fatto più discutere dell'intervento del presidente della Repubblica restava quello relativo alla cittadinanza degli immigrati. Dura la reazione anche di un altro leghista, l'europarlamentare Mario Borghezio: "Penso malissimo delle parole del Capo dello Stato sulla cittadinanza. Il presidente della Repubblica, a mio avviso, non deve permettersi di imporre, contro la nostra tradizione giuridica milleniaria, lo 'ius soli' sullo 'ius sanguinis', stravolgendeo così il nostro diritto. La tolleranza e la disponibilià all'integrazione sono una cosa, ma lo stravolgimento delle nostre tradizioni giuridiche è del tutto inaccettabile e viola uno dei capisaldi giuridici della nostra identità. Per la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina, al contrario "le parole di Napolitano spronino il parlamento a riprendere l'esame delle proposte di legge sui nuovi italiani. Non è un tema che può essere rinviato alla prossima legislatura. "Le parole di oggi del Capo dello Stato sono di assoluta saggezza e straordinaria modernità. I bambini e le bambine dei migranti non sono figli di un Dio minore". Lo ha detto Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, che plaude alle affermazioni del Presidente della Repubblica sui diritti dei bambini figli di immigrati nati in Italia. "E' davvero sconcertante che - prosegue il leader di Sel - finora l'espressione del più becero razzismo ottuso e provinciale abbia costretto l'Italia a non essere un Paese civile. Ora la politica e le Istituzioni - conclude Vendola - passino dalle parole ai fatti".

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