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Parla la Merkel, le Borse vanno giù

I mercati europei aprono bene in scia alle pressioni su Berlino per gli eurobond. Poi la nuova chiusura della Merkel e l'inversione di rotta. Sale lo spread

Giulio Bucchi
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Bastano pochi secondi alla Merkel per far piangere l'Europa. Le Borse europee e quella milanese in particolare veleggiavano finalmente in territorio dopo giorni di sofferenza. Piazza Affari a metà seduta proseguiva tonica ed era maglia rosa nel Vecchio Continente nel giorno del primo incontro tra Mario Monti, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, con rialzi superiori ai 2 punti percentuali. Poi la Cancelliera ha nuovamente chiuso la porta agli eurobond ed ha raffreddato gli animi sui progetti riformisti che potrebbero riguardare la politica continentale. Così, in pochi minuti, gli indici europei hanno invertito la rotta. Milano è addirittura passata in negativo: poco prima delle 15.30 il paniere principale Ftse Mib perdeva lo 0,21%, mentre l'All Share lasciava lo 0,20 (le perdite si sono allargate fino all'1,5%). In parallelo perdevano terreno anche gli altri principali indicui europei: Londra guadagnava lo 0,15%, Francoforte lo 0,94% e Parigi 1,04 punti percentuali. Ritornava a salire anche lo spread tra i Btp e i Bund decennali: in mattinata era tornato sotto quota 470 punti, ma dopo le parole della Merkel il differenziale di rendimento tra i buoni del Tesoro italiani a 10 anni e l'omologo teutonico era tornato a 488 punti base, con un rendimento che scollinava oltre la soglia critica del 7%, al 7,06% sul mercato secondario (alla chiusura delle contrattazioni lo spread era intorno ai 490 punti). A fine giornata l'indice Ftse Mib, ha Milano, ha chiuso in sostanziale parità, con un rilazo dello 0,03%, mentre il complessivo All Share ha lasciato lo 0,08 per cento. Tra le europee, Londra ha lasciato lo 0,24%, Francoforte lo 0,54% mentre Parigi ha chisuo in ribasso dello 0,01 per cento. La Merkel in trincea - Gli analisti in mattinata spiegavano che il buon andamento degli indici era dovuto alla crescente pressione nel Vecchio Continente su Angela Merkel, che si ostina a non voler cedere su nulla: né gli eurobond, né la riforma della Bce, né la possibilità di stampare valuta. L'opzione che riguarda le cedole comuni sembrava più vicina, anche dopo le recenti aperture della Commissione europea, ma da Strasburgo la Cancelliera ha ribadito il suo dittatoriale 'nein'. Da Berlino si affannano a ripetere che lavorano per l'imprescindible tenuta dell'euro, ma nei fatti l'atteggiamento della Merkel e del Bundestag continua ad essere diametralmente opposti rispetto a quelle che vendono come loro intenzioni. Piazza Affari - A Milano contrastate le banche. Cadono Banca Montepaschi (-2,41% a 0,2429 euro), Banco Popolare (-1,66% a 0,8285 euro) e Popolare di Milano (-1,98% a 0,2627 euro). Bene invece Ubi Banca (+0,59% a 2,728 euro) e le due 'grandi' Unicredit (+2,81% a 0,6945 euro) e Intesa Sanpaolo (+1,48% a 1,096 euro). Il presidente del consiglio di gestione di Ca' de Sass ha confermato le indiscrezioni anticipando la nota ufficiale di Intesa Sanpaolo: è arrivato da cds e cdg il via libera a Enrico Cucchiani come consigliere delegato del gruppo al posto di Corrado Passera. Giornata di grazia per i titoli industriali. Bene la galassia Agnelli, con Fiat (+4,29% a 3,454 euro), Fiat Industrial (+3,6% a 6,045 euro) e la holding Exor (+1,15% a 14,07 euro). Positivi anche Pirelli (+1,35% a 6,38 euro), Parmalat (+1,07% a 1,42 euro) e Finmeccanica (+2,06% a 2,97 euro). Il colosso pubblico ha annunciato alla chiusura dei mercati di aver convocato per il prossimo primo dicembre un nuovo board per la revisione delle deleghe e del conferimento dei poteri stabiliti all'assemblea degli azionisti dello scorso 4 maggio

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