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L'ipotesi dell'Irpef al 45%: l'attentato agli onesti

Il governo delle tasse esce allo scoperto: ecco le conseguenze del possibile balzo delle aliquote. Su l'Iva, c'è la patrimoniale

Lucia Esposito
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Il Governo delle tasse esce allo scoperto. Professori e banchieri di stanza a palazzo Chigi hanno resistito qualche settimana, mischiando le carte e dribblando i cronisti. L'ora X, però, si avvicina e la stangata di Mario Monti è stata portata alla luce. Un salasso a 360 gradi che non risparmia niente: irpef, iva, ici, pensioni, patrimoniale, sanità. E pure una patrimoniale che dovrebbe essere soft. L'Esecutivo ha tirato fuori dal cassetto tutti gli attrezzi possibili per picchiare duro contro i cittadini. Il maxi giro di vite non risparmia niente: redditi, case, salute, consumi, previdenza, patrimoni e risparmi, beni di lusso. La botta in arrivo potrebbe valere fino a 25 miliardi di euro. Una valanga di quattrini. Metà dei quali destinati a coprire il buco nel bilancio dello Stato e il resto messo a disposizione della presunta crescita economica.Ci siamo. La manovra sui conti pubblici dovrebbe essere varata dal consiglio dei ministri lunedì, anche se non è esclusa l'ipotesi  di anticipare la riunione di 24 ore. Domani mattina i contenuti saranno illustrati (e non concordati) con le parti sociali (sindacati e associazioni di categoria), mentre nella serata di ieri sono stati consegnati dal premier Monti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L'imprimatur del Quirinale era l'ultimo passaggio chiave del Governo che adesso si appresta a  mettere le mani in tasca ai contribuenti. Alla mannaia non sfuggirà nessuno. Anche se nelle intenzioni dell'Esecutivo il menù messo sul piatto   dovrebbe puntare a bilanciare risorse da recuperare e risorse da investire. Non solo rigore, dunque. Quanto all'equità, l'altro obiettivo di riferimento del piano Monti, i lavori sono ancora in corso. Ma spazi per trattare, come accennato, non ce ne sono, nonostante le aspettative di partiti e sindacati.   Due le novità emerse, ieri pomeriggio, che darebbero il segno di un provvedimento orientato a colpire anche chi finora ha pagato meno le conseguenze della crisi. Si sta lavorando, dunque, su un aumento di due punti percentuali delle aliquote Irpef più alte, quelle al 41 e al 43%, e su una tassa per i beni di lusso, che potrebbe colpire le barche, probabilmente non il possesso, ma la tassa di stazionamento (barche e yacht), e gli immobili di pregio. Misure che si aggiungerebbero al ritorno dell'ici sulla prima casa e a meccanismi progressivi che incidano di più su chi possiede più abitazioni. In ballo ancora  un aumento dell'Iva (aliquota massima dal 21% al 22-23%), opzione che potrebbe essere accantonata se si puntasse   sull'incremento dell'Irpef. Dall'altra parte, sul fronte dello sviluppo, in campo ci sono, tra le altre misure, i primi sgravi Irap, un'imposta al 12% per gli investimenti in ricerca e la proroga del bonus energia al 55% anche per i prossimi tre anni. Nell'ambito della stretta sugli immobili, alla quale starebbe lavorando il governo, spunta anche una sorta di patrimoniale «leggera». Questa misura prevederebbe un meccanismo impositivo progressivo che andrebbe a  incidere, collegandosi all'ici, su coloro che possiedono più di un'abitazione.  Possibile, invece, il rinvio per la revisione degli estimi catastali:   la questione potrebbe essere demandata a  una legge delega. Si tratta di tempo: i prezzi del catasto sono destinati ad avvicinarsi ai valori di mercato.  La manovra prevede il ritorno di una tassazione sull'abitazione principale, prevedendo una serie di detrazioni legate al reddito, alla composizione del nucleo familiare. Potrebbe essere rimandata invece ad una apposita delega, vista la complessità dell'operazione, la rivalutazione delle rendite catastali.  Sul fronte delle entrate, sono previste nuove misure di lotta all'evasione fiscale, con l'abbassamento a 500 euro dell'uso de denaro contante. Sul versante della spesa, invece, la partita più delicata e spinosa è quella della pensioni. Ecco altri dettagli. C'è  il capitolo sanità con il taglio di 2,5 miliardi di euro al Fondo sanitario nazionale, previsto dalla manovra di agosto per il 2013, che potrebbe essere anticipato già all'anno prossimo. E per il 2013 potrebbe arrivare a 5 miliardi di euro. Potrebbe aumentare, quindi, il ticket per i ricoveri ospedalieri. Altro fronte caldo, il trasporto pubblico locale:   previsti  trasferimenti solo per 400 milioni,  non sarà alimentato da altre risorse: perderebbe  più di 1,5 miliardi. Le stangate fiscali saranno parzialmente compensate da alcuni bonus e incentivi. Arriva un credito di imposta «per attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale»: varrà il 12% dei costi sostenuti fino a 1 milione di euro. E poi:  «le detrazioni dall'imposta lorda per interventi di efficienza energetica» vengono prorogati anche negli anni 2012-2013 e 2014. C'è una detrazione d'imposta del 19% per le persone fisiche che dichiarano oltre 100mila euro e investono in fondi di venture capital o in start-up. Altri incentivi sul fronte Ires e sconti Irap; possibile una reintroduzione della Dit accanto alla nuova Ace. Più concorrenza nel settore dei carburanti. I gestori dei singoli punti   vendita  al dettaglio possono liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore. Lo sviluppo passa sopratutto sulle grandi opere pubbliche, sul quale il Governo metterà una parte dei 25 miliardi. di Francesco De Dominicis twitter@DeDominicisF

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