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Cgil patetica: Monti non rovini la festa per l'addio del Cav

La Camusso pensa solo allo champagne e fa le barricate contro Monti: "Non si può fare cassa sulle pensioni". Detta la linea

Andrea Tempestini
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Susanna Camusso è in trincea. Ribatte colpo su colpo ad ogni punto della manvora di Mario Monti: l'intransigenza sulle pensioni del segretario della Cgil ha già portato il Partito Democratico alla spaccatura, tra chi sta col premier e chi col sindacato rosso. Il punto è che alla Camusso le riforme di Super Mario non piacciono affatto, tanto che si prende la briga di dettargli l'agenda. "C'è solo un modo per uscire dalla grande crisi ignorata per tre anni dal governo appena uscito - profetizzava la Camusso -: ricominciare dal lavoro". Così la segreataria in un'intervista al quotidiano L'Unità. Successivamente ha ribadito: "Siamo pronti a contrastare le scelte sbagliate di Monti". Quindi, nel corso dell'Assemblea nazionale dei delegati della Cgil, la segretaria ha dato sfoggio della pochezza politica del suo sindacato, spiegando che "al nuovo governo la prima cosa che vorremmo dire è che non ci rovini la festa che pensiamo di dover fare perché l'altro governo è uscito". Per la Cgil, insomma, conta soltanto poter stappare la bottiglia di champagne per il passo indietro di Berlusconi, e non è il caso di intaccare la gioia con misure pesanti e difficilmente digeribili da parte del sindacato rosso. Le nove proposte  - All'assemblea nazionale dei delegati della Cgil è stata presentata a Monti una ricetta il cui obiettivo sarebbe "segnare un decisivo cambio di rotta", un testo proposto da nove proposte. La Camusso propone una "rinnovata strategia politica industriale" e la "riduzione significativa delle 46 differenti forme contrattuali esistenti senza ulteriori riforme". La Cgil poi spinge per per "una riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca tutele dignitose e politiche di qualità e di rilancio della Pubblica amministrazione". Il lavoro - Ma l'agenda dettata dal sindacato rosso non è terminata. La Camusso spinge per "la centralità del Mezzogiorno per il Bene dell'intero Paese" e l'ingresso al lavoro per giovani e donne. "Senza il lavoro al centro della politica, senza il ritorno alla crescita, ci avviteremo nella crisi e nelle manovre. Gli effetti sono evidenti: crescita della diseguaglianza ed impoverimento dei produttori, lavoratori, pensionati, piccole e medie imprese, artigiani e cooperatori, che pagano il conto di un banchetto a cui non hanno partecipato". Le pensioni - Nel corso dell'Assemblea straordinaria dei delegati del sindacato del lavoro, la Camusso è tornata anche sul tema delle pensioni. "Noi non pensiamo che l'urgenza prima del nostro Paese sia la previdenza. Ci pare, dalle prime indiscrezioni che arrivano, che non si stia pensando a una riforma della previdenza, ma a far cassa con la previdenze". Poi un messaggio agli industriali: "Vorremmo dire a Confindustria che non c'è bisogno che si mettano loro alla guida dei treni, ci sono tanti lavoratori che lo saprebbero fare e che se loro pensano che 70 anni sia un'età giusta per andare in pensione, noi pensiamo che non sia così".

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