Cerca
Logo
Cerca
+

Il Pdl chiede lo scontro sull'Ici

Gli azzurri preparano emendamenti anche sulla tracciabilità. Berlusconi: "Far capire che noi siamo meglio"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

«Dopo questa mazzata la gente inizia a rimpiangere il mio governo. Dice: “Aridatece Berlusconi”. Mi è successo qualche giorno fa, all'aeroporto di Ciampino». Popolo nostalgico. È quello che dicono pure i suoi sondaggi. Ancora Silvio: «Da quando ho lasciato Palazzo Chigi il mio apprezzamento personale è aumentato di 8 punti». Via del Plebiscito, ufficio di presidenza del Pdl. Il Cavaliere fa una breve introduzione prima di lasciare parola al dibattito sul pacchetto anti-crisi varato da Mario Monti. Questi professori non sono dei geni, spiega l'ex premier, «tutti sono capaci di mettere nuove tasse», non ci voglio lauree, dottorati o master. «Bisogna far capire bene alla gente che noi siamo altro da questo esecutivo. Anche perché ci sarà una reazione di forte malcontento nei prossimi mesi. Deve essere chiaro a tutti che il Pdl non voterebbe mai misure di questo genere. Ma diremo sì a Monti soltanto se l'esecutivo metterà la fiducia. Lo facciamo per senso di responsabilità: è un momento molto difficile e il governo deve andare avanti». Già. Però nel Pdl ci sono focolai di rivolta, deputati che minacciano di darsi alla macchia nel giorno della fiducia. «È una manovra troppo dura», scrive Angelino Alfano su Facebook, «lavoriamo per migliorarla». Allora si studiano  emendamenti che permettano di limitare l'entità della purga. È stato incaricato un pool di cinque persone (Romani, Gasparri, Cicchitto e due esperti) per lavorare ad alcune modifiche mirate su Ici, indicizzazione delle pensioni, tracciabilità dei pagamenti. Sulla prima  casa il Pdl pensa a una franchigia: niente tassa per gli appartamenti  sotto i 100 metri quadri e per le famiglie numerose. Il partito berlusconiano propone anche di ripristinare l'adeguamento al costo della vita per i vitalizi sotto i mille euro. Infine Guido Crosetto, deputato azzurro che siede in Commissione Bilancio, ha elaborato un piano alternativo al limite (mille euro) per i pagamenti in contanti. L'idea è di imporre un'Iva più alta («Per esempio il 38 per cento, l'Europa non ci direbbe di no») a chi preferisce la banconota alla carta di credito. «Con il divieto di usare i contanti oltre i mille euro non si risolve il problema dell'evasione.  Peggio, si rischia un mercato nero parallelo», è la considerazione di Crosetto. Non ci sarà un tavolo di coordinamento tra le forze di maggioranza, come chiede Casini. Al Pdl non piace l'idea: «Ci parleremo sì», marca le distanze La Russa, «ma nelle sedi istituzionali». Invece sembra prendere corpo, tra i partiti più grandi, la voglia di inciucio sulla legge elettorale. L'apertura di Franceschini (intervistato da Repubblica) non è passata inosservata a Palazzo Grazioli. Allora Berlusconi assegna il compito ai suoi capigruppo. Il Porcellum, secondo Silvio, va modificato in questo modo: «Il premio di maggioranza al Senato deve essere nazionale e non più regionale. E bisogna individuare una quota di deputatati da eleggere con le preferenze». Il tema delle regole di voto porta con sé un corollario ineludibile: quali alleanze. «La Lega fa molto tatticismo in questa fase: afferma pubblicamente di essere all'opposizione e dice che noi siamo ex alleati. Ma in privato mi forniscono quotidiane rassicurazioni sul nostro rapporto di vicinanza». Però ora  Silvio  vuole tenere sulla corta il Carroccio. E anche Alfano, che annuncia l'intenzione di «organizzare un progetto di Pdl per il Nord», tale da essere più competitivo con la Lega. Nel frattempo il Cavaliere intavola il tema della legge elettorale con Pd e Udc, tanto per  mettere in guardia i lumbard. A proposito di Casini: «Il terzo polo, con il 10 per cento, sarà l'arbitro delle prossime elezioni. Pier», ragiona Berlusconi con i suoi, «vuole vedere chi, tra Pdl e Pd, ha più possibilità di vittoria prima di fare accordi. È chiaro che punta al Quirinale». L'ex presidente della Camera dovrà fare i conti con un centrodestra fuori dal coma, assicura Berlusconi: «Siamo al 28,1, abbiamo ottime possibilità di guadagnare la vittoria. Nel 2006 recuperammo 13 punti».    di Salvatore Dama

Dai blog