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Disfare la manovra di Monti: partiti contro Ici e pensioni

Pdl e Pd trovano un accordo sulle modifiche che riguardano le pensioni e l'Ici. Ecco tutte le possibilità

Lucia Esposito
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Pd e Pdl hanno trovato un accordo sulla modifica delle norme che riguardano le pensioni e l'Ici. Pe quanto riguarda le pensioni prende consistenza la possibilità di aumentare la soglia di esenzione rispetto allo stop delle rivalutazioni a 1400 euro contro i 960 attuali. Sull'Ici due le possibilità: o il rinvio del provvedimento di due anni (ma poi bisognerebbe trovare 11 miliardi) oppure l'aumento della franchigia attuale. Ovviamente, in questo momento, i partiti vogliono far di tutto per prendere le distanze dalla manovra Monti per evitare di pagare il conto in termini di consensi elettorali: insomma sono più tentativo formali che sostanziali.   Leggi l'articolo di Tommaso Montesano n un accordo bipartisan, si va verso un'Ici più soft per le famiglie. Grazie ad un emendamento dei relatori da presentare in commissione Bilancio entro stasera. È questa la strada al momento prescelta per alleggerire, all'interno della manovra da trenta miliardi di euro, il peso dell'imposta sugli immobili. Ieri Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl a Montecitorio, è tornato alla carica: «È assolutamente auspicabile, a parità di saldi, un intervento che attenui gli effetti dell'Ici sulla prima casa, che peraltro noi non condividiamo nella sua impostazione generale». La certezza è che sul ritorno della tassa sulle abitazioni la manovra cambierà. L'annuncio arriva dai due relatori del provvedimento, Pier Paolo Baretta (Pd) e Maurizio Leo (Pdl), a margine dei lavori in commissione: «Dalle relazioni illustrate stamattina (ieri, ndr) emerge una posizione comune». Ovvero quella di correggere l'aspetto del “decreto salva Italia” «che desta più preoccupazione»: l'intervento sulla prima abitazione. Secondo Leo, sono due i modi allo studio in queste ore per attenuare il salasso: «O individuare misure compensative, magari congiunturali, per uno o due anni, in modo che la nuova imposizione sulla prima casa avvenga in un periodo successivo, economicamente più favorevole per le famiglie, o elevare la detrazione» così da aumentare, indirettamente, la franchigia a favore del proprietario che nel testo è fissata a 200 euro. Leo preferisce agire sul primo versante per evitare che le misure più odiose, ritorno dell'Ici e stretta sulla previdenza, si sommino a danno delle fasce più deboli. In questo caso, però, bisognerebbe trovare undici miliardi di copertura. «Ora bisogna sentire il governo...», passa la palla il relatore. In alternativa, c'è la proposta del Pdl: graduare la nuova imposta sulla base della «consistenza dei nuclei familiari e delle giovani coppie facendo», spiega Cicchitto, «un intervento di equità simile a quello che forse è possibile sulle pensioni». In questo caso invece di una franchigia uguale per tutti, ci sarebbe una tassa modulata sulle possibilità economiche di ciascuna famiglia. Idea rilanciata in commissione Bilancio anche da Bruno Tabacci (Api). «Bisogna aiutare le famiglie con figli», rincara la dose Osvaldo Napoli, uno dei vicecapogruppo del Pdl alla Camera, per il quale la strada maestra è quella di «modulare l'imposta in base al quoziente familiare e al reddito». Anche perché nessuno, filtra dalla commissione Bilancio, sottovaluta quanto evidenziato dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, secondo cui l'effetto combinato di Ici e pensioni metterebbe un difficoltà un terzo delle famiglie italiane. Ecco perché per il Pdl, almeno su questo punto, riuscire a modificare la manovra è diventata una questione d'onore. «Sull'Ici così com'è non può passare, il disagio dei nostri elettori è grande e noi già siamo costretti ad ingoiare tutto...», si lascia scappare un deputato berlusconiano. Resta da sciogliere, invece, il nodo relativo all'Ici sulle proprietà della Chiesa. Da Marsiglia, dove ha partecipato al congresso del Ppe, Silvio Berlusconi prova a sminare il terreno per il segretario Angelino Alfano: «Ho lasciato ai membri del mio partito piena libertà». Ma non tutti sono d'accordo: «Il Pdl dovrebbe avere una posizione unitaria, non si può lasciare libertà di coscienza», protesta il deputato Stefano Saglia. «Se ci sono violazioni della legge basta fare denunce specifiche», taglia corto Gianni Alemanno, sindaco di Roma, dando voce al fronte contrario all'intervento anti-Vaticano. Mentre il ministro per l'Integrazione, Andrea Riccardi, vicinissimo al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, chiede controlli sulle attività della Chiesa: «Per quelle che possono essere le attività commerciali gestite dalla Chiesa, dai religiosi, dalle associazioni cattoliche, vigilino i Comuni o chi è preposto a questo per vedere se l'imposta viene pagata. Si valuti caso per caso e se c'è stata mala fede si prendano le misure necessarie». di Tommaso Montesano

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