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Fornero: "Alzare i salari" Scontro sull'articolo 18

Bonanni (Cisl): Sfido il governo a farlo. Elsa si sente minacciata dalla Cgi: Usa toni che appartengono al passato

Andrea Tempestini
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Elsa Fornero continua a tendere la mano e a cercare il dialogo con i sindacati sul piede di guerra. Nel pieno dello scontro il ministro del Lavoro torna sulla riforma dell'articolo 18. "Non ci sono cose che sono terreni inesplorati. Io non ne ho parlato e le mie parole erano un invito al dialogo - ha ribadito -. Poi se uno ci legge quello che non era detto, questa non è responsabilità mia". La Fornero speiga che il governo "non vuole precarizzare nessuno", e poi sottolinea che "bisognerebbe riuscire ad aumentar i salari perché sono bassi e non è cosa che ci sfugge. Conosciamo il divario nella distribuzione dei redditi, che è cresciuto negli ultimi 15-20 anni. La mia sensibilità è totale - ha aggiunto -, dopodiochè la cose bisogna cambiarle". A chi le chiedeva se il governo tecnico riuscirà a fare qualcosa la Fornero ha risposto: "Dipende se ce lo lasciano fare come tempi e disponibilità. Da parte mia c'è piena disponibilità, ma non ci devono essere preclusioni di nessun tipo. Le cose vanno cambiate. Bonanni: A rischio la coesione sociale" - I toni dei sindacati però restano altissimi. Torna alla carica Raffaele Bonanni, segretario della Cisl: "Se si tocca l'articolo 18 si mette a rischio la coesione sociale. Senza coesione sociale una società sbrindellata come quella italiana va in pezzi. Io sfido la Fornero a discutere come alzare il salario ai flessibili e di come il governo debba incentivare fiscalmente e con altri strumenti questa possibilità. Questo - ha concluso Bonanni - significa andare incontro ai giovani". Parole dure, che arrivano all'indomani dello sciopero di 8 ore indetto dai sindacati uniti per protestare contro la manovra del governo Monti. La mano tesa  - La giornata di lunedì si era conclusa tra le parole di fuoco della Cgil che promette "protesta a oltranza" e riesuma toni che evocano scenari da lotta sociale, alla faccia, dunque, di dialogo senza preclusioni o totem. Le pensioni e l'articolo 18 (ancora in cantiere) continuano a dividere il sindacato oltranzista e il governo. La fornero era rimasta a lungo alla finestra, assicurando che con le unioni "possiamo vederci a gennaio, ma anche prima. Per quanto mi riguarda - aveva spiegato - non ho preclusioni". Il punto è che le preclusioni le hanno gli altri: Bonanni la ha bollata come "maestrina supponente", mentre la Camusso l'ha accusata di svendere il sistema pensionistico ai privati. Toni da guerra vera e propria. La Fornero si sente minacciata e ha rimarcato: "Mi rammarica e preoccupa la posizione dei sindacati, sull'articolo 18 c'è il rischio di implicazioni per il Paese. Sono reazioni che non comprendo". "Toni che appartengono al passato" - La Fornero ha trovato spiazzanti i toni usati dai leader dei sindacati (Camusso, Cgil, Bonanni, Cisl, e Angeletti, Uil) -, il ministro si è detto preoccupata non tanto "sul piano personale" - lasciando così intendere che il tono degli attacchi subiti ha trasceso i limiti dell'accettabilità - ma "soprattutto per le implicazioni per il Paese. Sono rimasta dispiaciuta e sorpresa per un linguaggio che pensavo appartenesse a un passato del quale non possiamo andare certo orgogliosi", ha aggiunto il ministro riferendosi alle lotte sindacali dei decenni scorsi. Le accuse al ministro - La Fornero ha poi stigmatizzato la "personalizzazione dell'attacco che non fa merito a chi lo ha condotto". Elsa prova così ad abbassare i toni della polemica, ma i sindacati non prendono nemmeno in considerazione l'ipotesi di ammorbidire, il livello dello scontro, portato agli eccessi, come detto, dalla Camusso che ha rispolverato la lotta di classe e secondo la quale spostare parte dei contributi verso il sistema privato serve a "regalare il sistema alle assicurazioni". "Mi dispiace che reagisca in questo modo. Ad essere preoccupati siamo noi", ha risposto a caldo Bonanni. Poco dopo ha aggiunto: "Alla manovra discussa con nessuno si aggiunge un'iniziativa che si sa, prima di iniziare, crea molta divisione e confusione su una materia così spinosa".        

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