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Celentano fa marcia indietro: cachet Sanremo ai comunisti

Il direttore artistico del Festival Mazzi tenta di spegnere le polemiche: "I 350mila euro di Adriano in beneficenza"

Andrea Tempestini
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  Il furbo Celentano, annusata l'aria che tira, ha deciso di fare retromarcia. Il suo esagerato compenso, che aveva fatto gridare allo scandalo anche i pensionati italiani e a chi il canone lo paga ogni anno, verrà devoluto interamente ad Emergency e a sette famiglie bisognose. A scacciare ombre maligne dalla Rai è stato il direttore artistico del Festival di Sanremo, Gianmarco Mazzi, che ha affermato "Si è scatenata intorno al suo compenso una polemica dal tono rabbioso e un pò ipocrita. Mi viene il dubbio ci sia paura che Celentano parli oltre cantare". Mazzi ha cercato di buttare acqua sul fuoco delle polemiche circa il compenso elargito al Molleggiato. "Se Celentano farà una sola serata, il suo compenso sarà di 350 mila euro, se due di 700 mila euro, se tre, quattro o tutte e cinque di 750 mila euro". Beneficenza - Celentano, una settimana fa, ha iniziato a contattare sette sindaci di tutte le aree politiche per avere informazioni su nomi di famiglie in assolutà povertà. Tra i destinatari delle chiamate ci sono il sindaco di Milano Pisapia, quello di Verona Tosi, quello di Roma Alemanno, quello di Napoli De Magistris, quello di Firenze Renzi e quelli di Bari e Cagliari. Mazzi ha voluto assicurare che "Celentano si farà anche carico del pagamento delle imposte dovute allo stato quando la somma devoluta in beneficenza è molto alta".  

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