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Bechis: il mistero di quei 13 milioni di euro

Il sospetto: 8-9 milioni che passarono per il conto di Lusi utilizzati per finanziare in nero uomini del partito

Andrea Tempestini
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La trasparenza non sembra il suo forte, eppure anche in mezzo a catene di controllo un po' ballerine ed estero vestite, è difficile trovare nel patrimonio personale di Luigi Lusi quei 13 milioni di euro che secondo i pm romani sono stati sottratti al patrimonio della Margherita. I finanziamenti scoperti dalla Banca d'Italia sono sicuramente transitati dalle società di Lusi. Ma non si sono fermati tutti lì. Dalla finanziaria sono usciti almeno 8-9 milioni di euro e l'ipotesi è che abbiano preso il volo verso leadership della vecchia Margherita attraverso finanziamenti in nero. Non è un caso se Lusi oggi si dice disposto a patteggiare la restituzione di 5 di quei 13 milioni di euro. E questa ipotesi non ha trovato opposizione nel partito che fu guidato da Francesco Rutelli, che al momento non ha presentato istanza di rigetto della transazione. Come mai uno si dichiara derubato e rinuncia ad avere indietro 8-9 milioni di euro? Il sospetto è che chi si sta arrendendo sappia bene dove sono finiti quei soldi. Il piccolo regno societario della sua finanziaria canadese, la Luigia Ltd, poggia in Italia su due società controllate a catena: la Ttt srl di Roma (consulenza) e la Paradiso immobiliare acquistata nel 2008 da un certo Cristiano Berloco. La prima nel 2010 ha avuto un'impennata di affari (4,7 milioni di euro contro un fatturato di 1,2 del 2009) e anche un buon utile (3 milioni). La seconda è vissuta di un finanziamento della Ttt srl da 1,6 milioni di euro che serviva a coprire qualche guaio passato e ad acquistare una villa da 17 vani in piazza Mazzini a Genzano di Roma. Con la finanziaria di consulenza sono state compiute due operazioni immobiliari in questi anni. La più antica è l'acquisto di un appartamentino sulla Flaminia a Roma. La più recente - entrata nell'inchiesta - è stata l'acquisto di un lussuoso appartamento vicino a piazza Farnese, in via Monserrato 24, a due passi dalla residenza romana dell'ingegnere Carlo De Benedetti. Secondo i magistrati sarebbero finiti lì i soldi sottratti alla Margherita. In bilancio però la partecipazione immobiliare non è nascosta. L'acquisto è avvenuto nel 2008 ed è stato registrato per 2,2 milioni di euro, in linea coi prezzi di mercato. La Ttt srl scrive prima di avere acceso un mutuo ipotecario di circa 1,6 milioni di euro con Mps. Lo stesso mutuo nel bilancio 2010 è attribuito però a Intesa San Paolo . È possibile che sia stato estinto il primo e poi acceso il secondo a migliori condizioni. È un fatto che né del primo contratto né del secondo c'è traccia all'Agenzia del Territorio di Roma, come dovrebbe avvenire. Ma l'assenza non esclude in sé un'esistenza dichiarata. È depositato invece un contratto di affitto per 12 anni fra la Ttt srl e lo stesso Lusi (proprietario) per la casa di via Monserrato a 30 mila euro complessivi l'anno. Un affitto non basso, ma inferiore ai prezzi di mercato. Nei conti delle società della Luigia Ltd in Italia non c'è traccia alcuna di quei 13 milioni di euro che mancano all'appello. Se mai fossero transitati di lì, non si sono fermati. E non sono andati ad acquistare quegli immobili, perché in quel caso non avrebbe avuto senso accendere i mutui. È possibile che alla Ttt srl di Lusi siano finite parte delle consulenze pagate dal partito, ma la somma è molto inferiore all'ammanco: qualche centinaio di migliaia di euro. Ci sono invece molti elementi ad avvalorare i dubbi resi pubblici da ex esponenti della Margherita come Linda Lanzillotta e Arturo Parisi: dal vecchio partito sono usciti nel 2010 fiumi di denaro verso destinazioni improbabili. Sono stati 9,6 milioni di euro i servizi pagati da un partito che non esisteva più. Fra queste somme i dubbi maggiori riguardano i 3,8 milioni di euro inseriti fra le «spese per attività di comunicazione, informazione e propaganda politica». Sembra seguire più questa che altre strade la pista sull'ammanco di cassa: quelle spese così giustificate possono avere finanziato vecchie correnti politiche del partito confluite nel Pd, nell'Udc, in Api e perfino nel Pdl in attesa di una spartizione del patrimonio fra i leader che finora è stata bloccata da liti di pollaio simili a quelle che hanno caratterizzato An. di Franco Bechis

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