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I pm: Schettino di nuovo in cella "Può fuggire come quella notte"

Il ricorso della Procura di Grosseto contro i domiciliari al comandante: può organizzare la fuga e inquinare le prove

Lucia Esposito
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Per il procuratore di Grosseto Francesco Verusio, Francesco Schettino non avrebbe dovuto ottenere gli arresti domiciliari. Sia perché può fuggire ma anche perché può inquinare le prove. Nelle dodici pagine d'appello depositate dalla Procura di Grosseto e anticipate dal Corriere Fiorentino, emerge chiaramente la posizione dei pm che sottolinenano le pesanti condonna che rischia il comandante della Concordia naufragata davanti all'isola del Giglio la notte del 13 gennaio:15 anni per omicidio colposo plurimo, dieci anni per disastro da naufragio e otto anni per ciascuno dei passeggeri abbandonati e poi morti in seguito al naufragio.I giudici decideranno lunedì se Schettino tornerà libero. Ma per sottolineare la reale possibilità di fuga, la Procura ricorda le modalità con cui il comandante ha abbandonato la sua nave denotando "una tendenza a trovare una comoda via di fuga dai propri doveri, sempre e comunque". E quando fu informato del provvedimento di fermo "chiese di poter andare in albergo e di poter mangiare qualcosa prima di andare in carcere". Per quanto riguarda poi la possibilità di un inquinamento delle prove la procura cita un'intervista a tgcom 24 in cui "Schettino fa affermazioni riferite a un vademecum aziendale per casi similari"

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