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Yara, presi dna femminili Interrogate alcune ragazze

Nuova svolta nel caso della ragazza di Brembate: si confrontano i campioni genetici con le tracce trovare sugli indimenti della vittima

Lucia Esposito
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 Da qualche giorno anche il Dna di alcune ragazze è andato ad arricchire il sempre più corposo archivio genetico a disposizione degli investigatori che stanno indagando sul rapimento e l'omicidio di Yara Gambirario.   I quasi 15.000 campioni vengono confrontati con le tracce genetiche trovate sugli indumenti della ragazzina di Brembate Sopra. Ma mentre finora la raccolta si era concentrata quasi solo sulla popolazione maschile, nei giorni scorsi alcune ragazze fra i 17 e i 20 anni che vivono nella zona di Bonate Sotto (quindi a ridosso del paese di Chignolo d'Isola dove il 26 febbraio di un anno venne ritrovato il cadavere) sono state convocate dai carabinieri in caserma. A loro (e a volte anche ai loro genitori) sono stati prelevati i consueti campioni di saliva. Alle ragazze è stato anche chiesto se conoscessero Yara o la famiglia, e se ricordassero dove si trovavano la sera del rapimento. Si pensa che gli inquirenti abbiamo individuato una traccia "familiare" nei reperti di Dna, e attraverso quello delle ragazze stiano cercando di risalire all'assassino.   I genitori di Yara hanno incontrato il pubblico ministero Letizia Ruggeri, che coordina le indagini del caso. Un colloquio avvenuto senza l'avvocato Enrico Pelillo che da qualche mese rappresenta ufficialmente la famiglia. Pare che l'ora e mezza di colloquio sia servita a chiarire la posizione dei Gambirasio: quella di poter avere accesso (tramite il proprio consulente, un ex tenente dei Ris) al fascicolo delle indagini. Possibilità che nei giorni scorsi è stata negata. E alla quale la pm avrebbe opposto un nuovo diniego, motivandolo però in modo più dettagliato.

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