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Il Pdl chiede la testa dei pm: Fango su Dell'Utri. Chi paga?

Il partito, soddisfatto, chiede giustizia: "Fango per anni, chi salda il conto?". E Alfano: "Tirare dritto con orgoglio"

Nicoletta Orlandi Posti
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La soddisfazione per la sentenza su Marcello Dell'Utri fa il paio, per il PdL, con la rabbia contro le toghe. Tutto il partito ricorda i "veleni e le angherie di questi 14 anni" e chiede le scuse di quanti hanno affondato il coltello tante volte contro Dell'Utri. Ora l'invito, giunto anche dal segretario Angelino Alfano è quello di "tirare dritto" con "orgoglio" e serenità per affrontare il nuovo processo. Iintervenendo all'ultima giornata della scuola di formazione del partito a Orvieto oggi ha detto:  "Oggi dobbiamo congratularci che esista il terzo grado di giudizio che ha consentito a Dell'Utri di non essere condannato ieri". Ma ora "chi restituirà a quel cittadino 16 anni di gogna, 16 anni di dolore?". Ecco "a cosa serve la riforma della giustizia".E anche Silvio Berlusconi avrebbe fatto considerazioni simili a quelle delle segretario nel ribadire la solidarietà a dell'Utri. Che però, secondo il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri non basta. "A coloro che diranno che bisogna avere fiducia nella giustizia perché la Cassazione ha annullato la condanna a Dell'Utri rispondiamo in anticipo che sono semplificazioni non accettabili. Qual è stato il danno materiale e morale per il senatore Dell'Utri?", chiede Gasparri.  "E per la nostra parte politica qual è stato il danno elettorale? Dobbiamo valutare la possibilità di far condannare chi nella magistratura ha sostenuto accuse prive di fondamento a Palermo. Da domani lavoreremo a questo. Intanto approviamo al Senato la norma sulla responsabilità civile dei giudici senza cambiare una virgola. Capitolo chiuso". All'ondata di felicitazioni giunte dal Pdl fa riscontro il silenzio del Pd. A caldo è giunto solo il commento di Laura Garavini capogruppo in commissione Antimafia: "Dopo la decisione della Cassazione sul processo a Marcello Dell'Utri almeno speriamo che nessuno osi più dire che la giustizia italiana non è garantista", ha affermato. Per niente impressionato dalla sentenza della Cassazione il partito di Di Pietro che con il portavoce Leoluca Orlando ha sottolineato che il processo "ancora continua" e che "rimane in ogni caso inalterato il giudizio pesantemente negativo sia sotto il profilo etico che politico". Fabrizio Cicchitto ha fatto notare come sia stato "demolito il lavoro dei Magistrati di Palermo", puntando il dito contro la "terribile forzatura politica" operata a Palermo.

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