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Pugno killer nel metrò condannato a 9 anni

Nel 2010 Burtone uccise Marcica nella stazione Agnanina a Roma. Non è stata riconosciuta aggravante dei futili motivi

Matteo Legnani
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Nove anni ad Alessio Burtone per omicidio preterintenzionale. E' questa la sentenza di primo grado per l'omicidio di Maricica Haihaidu, l'infermiera romena morta in ospedale dopo alcuni giorni di agonia per essere stata colpita da un pugno da Burtone, nella stazione metropolitana dell'Anagnina a Roma, nell'ottobre del 2010. La procura, per il 30enne romano, aveva chiesto la condanna di venti anni di carcere. Ma la corte d'Assise di Roma non ha riconosciuto l'aggravante per futili motivi richiesto invece dal pm Antonio Calaresu. Al giovane romano, presente in aula al momento della lettura della sentenza, sono invece state riconosciute le attenuanti generiche. La corte ha inoltre disposto un risarcimento di 50mila euro per il marito dell'infermiere romena e  per il figlio. Gli avvocati di parte civile, annunciando il ricorso in Appello, hanno definito la sentenza "frettolosa".  Quelli della difesa, invece, pur parlando di "una bella vittoria", hanno già annunciato che ricorreranno in Appello per vedere riconosciuta l'attenuante della provocazione, come chiesto oggi durante le conclusioni. A quanto si apprende, anche il pm, impugnerà la sentenza. A mostrare le fasi dell'aggressione di quell'8 ottobre 2010 erano state le telecamere di sorveglianza della stazione metropolitana. Il video aveva fatto  il giro del web e dei telegiornali. Dall'autopsia eseguita sul corpo della giovane donna emerse che a provocare la morte di Maricica Hahaianu fu un profondo trauma cranico provocato dal colpo che la donna aveva ricevuto  in faccia tanto da cadere pesantemente a terra.  

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