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L'Imu sarà un vero esproprio Domani la pioggia di tasse

Il governo approverà decreto fiscale: una mazzata per professionisti e imprenditori. L'imposta sul mattone sarà salatissima

Andrea Tempestini
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Il governo approverà domani, martedì 20 marzo, il decreto fiscale: in arrivo la "paccata", per scimmiottare il lessico del ministro Elsa Fornero, ma di nuove tasse. Leggendo il testo si nota infatti che saltano la riduzione dell'Irpef a tre aliquote e l'abolizione dell'Irap. In compenso arrivano parecchie, sgradite, brutte sorprese: c'è un balzello sull'ambiente e per professionisti e imprenditori può raddoppiare il prelievo sugli utili. Clicca sui due link di qui sotto per leggere il testo integrale del decreto. Contestualmente scatteranno anche gli aumenti Imu: la notizia non è nuova, ma la portata del balzello sarà salatissima. Il testo del decreto / 1: Relazione illustrativa Il testo del decreto / 2: Delega articolatoMazzata sulle seconde case - Con l'Imu, la vecchia Ici, si registreranno super-aumenti città per città. A pagare saranno soprattutto i proprietari di seconde case e immobili non abitativi con un unico beneficio, beffardo: grazie alla scomparsa dell'Irpef maggiorata sui redditi da fabbricati, sulle case sfitte c'è anche chi pagherà meno. Il guaio, per le tasche degli italiani, è la differenza dei moltiplicatori rispetto alla vecchia Ici: prima erano 100 (abitazioni), 34 (negozi) e 50 (uffici). Oggi la base imponibile si calcolerà invece moltiplicando la rendita catastale per 160 (abitazioni), 55 (negozi), 80 (uffici). In base a questi calcoli poi i Comuni applicano le aliquote, che per le abitazioni principali dovrebbe essere del 4 per mille.   I casi città per città - Il Sole 24 Ore aveva provato a fare un pronostico, città per città, prendendo come metro di paragone abitazioni di 100 metri quadrati (6 vani catastali, categoria A/3, zona semicentrale), negozi di 100 metri quadrati (categoria C/1, zona periferica) e uffici di 250 metri quadrati (12 vani catastali, categoeia A/10). A Milano per la prima casa si pagheranno 213 euro, per una casa in affitto 1.325 euro (+207% rispetto al 2011) così come per una casa vuota (+50,8%), 1.128 euro per un negozio (+210%) e 9.595 euro per un ufficio (+207%). A Torino 593 euro per la prima casa, 1.523 per casa in affitto e vuota (rispettivamente +156% e +8,3%), 1.002 euro per un negozio (+158%) e 7.346 euro per un ufficio (+156%). A Bologna 676 euro per la prima casa, 2.321 euro per casa in affitto e vuota (+142% e +19,5%), 3.5468 euro per un negozio (+145%) e 5.959 euro per un ufficio (+142%). A Firenze 403 euro per la prima casa, 1.448 euro per la casa in affitto (+119%), 1.599 per quella sfitta (+19,5%), 2.390 euro per un negozio (+121%), 5.547 euro per un ufficio (+119%). A Roma 817 euro per la prima casa, 1.792 euro per la casa in affitto e quella vuota (+142,3% e +11%), 2.614 euro per un negozio (+145%) e 10.319 euro per un ufficio (+142%). A Genova, invece, 372 euro per la prima casa, 1.230 euro per casa in affitto (+96,6%) e casa vuota (-3%), 2.339 euro per un negozio (+98%) e 6.156 euro per un ufficio (+96,6%). Imu ci costa il triplo - Detto che molte amministrazioni comunali, attese al voto in primavera, hanno scaricato la patata bollente dell'aumento delle aliquote a chi verrà dopo (un po' anche per non compromettere il risultato elettorale), il conto su quanto pesa la nuova Imu è presto fatto: una pioggia di rincari che fa sì che la nuova tassa sul mattone costerà agli italiani il triplo della vecchia Ici. Frutto, come detto, dell'effetto combinato tra revisione delle aliquote e moltiplicatore delle rendite catastali. Il termine ultimo per i Comuni per fissare le aliquote di tributi e addizionali è al 30 giugno: solo allora gli italiani sapranno quanto sarà pesante la mattonata del Salva-Italia.

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