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Banca degli extracomunitari condannata per razzismo

Insulti e atti discriminatori nei confronti di un dipendente senegalese. Extrabanca dovrà risarcirlo con cinquemila euro

Matteo Legnani
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Due anni fa, in occasione dell'apertura in via Pergolesi, nel nome del processo di integrazione persino il presidente Giorgio Napolitano aveva mandato il suo augurio a Extrabanca, "la prima banca dedicata prevalentemente, ma non esclusivamente, ai cittadini stranieri residenti in Italia", come si legge sul sito. Ironia della sorte, oggi Extrabanca è stata condannata per razzismo ai danni di un dipendente di origine senegalese. L'ordinanza è stata firmata dal giudice del tribunale del lavoro Fabrizio Scarzella e costituisce la prima condanna in Italia in sede civile per molestie razziali sul luogo di lavoro ai sensi dell'articolo 2 comma 3 del decreto legislativo 215 del 2003 sulla parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza. Ad avviare la causa è stato un impiegato dell'Ufficio crediti di Extrabanca candidato ma non eletto alle ultime elezioni comunali nella "Lista civica per Pisapia sindaco". Un italiano di origine senegalese che proprio in occasione della sua candidatura si è sentito rivolgere insulti razzisti dal presidente e da un dirigente dell'istituto di credito. Scarzella ha condannato per discriminazione la spa, imponendole di risarcire il dipendente con 5mila euro e di divulgare la sua decisione tra gli altri dipendenti, invitandoli ad astenersi, nei rapporti tra colleghi e nelle riunioni di lavoro, da simili comportamenti. In base a quanto ricostruito dal giudice attraverso numerose testimonianze, l'anno scorso il presidente della banca "cercava di dissuadere" l'impiegato "dalla sua candidatura alle imminenti elezioni comunali a cagione della sua razza e colore, accomunandolo agli zingari e ai musulmani che vogliono rovinare Milano e specificando nel contempo che lui" e un collega "erano due negri africanì che stavano creando troppi problemì, che avere troppi negri non poteva giovare alla bancà e che era pertanto meglio assumere una persona di colore più chiaro".

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