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Rosi Mauro: "Non mi dimetto" Ecco perché non lascia

La vicepresidente del Senato tiene duro e rischia l'espulsione. Ma mollare significa essere tradita (due volte) da Bossi

Giulio Bucchi
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Una sfida bella e buona ai vertici della Lega. "Non mi dimetto", ha detto ieri quasi in lacrime Rosi Mauro, ospite a Porta a Porta. Giusto qualche minuto e il Triumvirato del Carroccio, per bocca di Roberto Calderoli, replica: "Lasci o decideremo noi". L'espulsione della 'badante' di Umberto Bossi arriverà quasi sicuramente venerdì prossimo, ma una cosa è certa: la Mauro non cederà tanto facilmente. Questo perché per lei le dimissioni sono un gesto impensabile anche se ha insistito con lei pure Umberto Bossi, l'uomo che l'ha scelta per la guida del sindacato padano. Quella richiesta del Senatùr è, per lei, un tradimento. Perché per lui Rosi ha sacrificato la vita (ed è stata ricambiata) e di bocconi amari ne ha dovuti ingoiare. La vicinanza al capo l'ha pagata con una solitudine totale all'interno del partito. Dopo le dimissioni non l'aspetterebbe più nulla. Leggi gli articoli di Pietro Senaldi e Paolo Emilio Russo su Libero in edicola oggi, mercoledì 11 aprile    

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