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Bambino disabile: il prete rifiuta di dargli l'ostia

Un ragazzo di 9 anni che soffre di ritardo mentale escluso dall'Eucarestia. Il parroco: "Incapace di intendere e volere"

Pruneddu Pietro
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Disabile, per questo escluso dal rito della Comunione durante la messa. Piergiorgio Zaghi, un prete di Porto Garibaldi, provincia di Ferrara, ha deciso di non dare l'ostia a un bambino di quarta elementare che soffre di un ritardo mentale: "Non è in grado di intendere e volere", sarebbe la motivazione del parroco. L'episodio risale a giovedì scorso, quando tutti i bambini che faranno la prima Comunione a maggio erano pronti per ricevere il sacramento in anteprima. Tra lo stupore dei presenti, il bambino in questione è stato saltato da don Zaghi. Il prete perplesso - Il sacerdote di Porto Garibaldi aveva già espresso le sue perplessità ai genitori del bambino disabile riguardo la sua formazione spirituale, ma alla fine aveva acconsentito a un percorso personalizzato che si avvaleva anche di dvd creati a tale scopo. Solo giovedì ai familiari del piccolo è stata comunicata la decisione, ma a seguito delle loro insistenze il parroco li ha invitati ad assistere ugualmente alla funzione. Questo invito ha illuso i genitori, ma al momento dell'Eucarestia, il bambino non ha ricevuto il sacramento come tutti gli altri coetanei. La piazza si divide - Al termine della funzione, la polemica ha coinvolto la comunità. Alcuni fedeli si sono schierati a favore della decisione del parroco, altri dalla parte del bambino. I compagni di classe si sono rivolti direttamente a don Piergiorgio, nella speranza di fargli cambiare idea. Il religioso si è sentito attaccato e ha sottolineato il disappunto nell'omelia di venerdì, ma allo stesso tempo ha confessato che non esiste alcun motivo per negare l'Eucarestia a chi è incapace di intendere e di volere. Anche il Papa nel 2007 aveva esortato il clero ad "assicurare la comunione eucaristica, per quanto possibile, ai disabili mentali, battezzati e cresimati: essi ricevono l'Eucaristia nella fede anche della famiglia o della comunità che li accompagna”.

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