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L'addio di Pisapia: "Non mi ricandido a sindaco di Milano"

Giuliano Pisapia a Milano

Il sindaco dopo i disastri della sua amministrazione tira i remi in barca e scoppia la guerra per la successione. In pole il perdente Ambrosoli e la De Cesaris

Ignazio Stagno
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La rivoluzione arancione di Giuliano Pisapia a Milano è finita. Il sindaco ha deciso di non ricandidarsi nel 2016. Al giro di boa di metà mandato Pisapia osserva i risultati della sua amministrazione e capisce che arrivato il momento di tirare i remi in barca. "Al prossimo giro io non mi ricandido", rivela un'indiscrezione di Linkiesta.it. Le parole di Pisapia girano come un vortice nei corridoi di palazzo Marino soprattutto dopo le dimissioni da city manager di Davide Corritore,  uno degli animatori della "rivoluzione arancione" del 2011, rimasta lettera morta. La città non è mai decollata sotto l'amministrazione Pisapia. La gestione del bilancio è diventata un'impresa impossibile. Bruno Tabacci ha fallito. I conti sono in rosso e non basta far festa durante il Salone del Mobile se le buche restano per strada. Poi è arrivata la bomba Boeri. L'assessore alla cultura è stato defenestrato dal sindaco e da lì è cominciata una lotta nel Pd per mettere le mani su palazzo Marino ormai okkupato da Pisapia. Guerra per la successione -  Questi sono solo alcuni dei motivi che hanno portato il sindaco a dire no ad una sua ricandidatura. Ma il vuoto lasciato da Pisapia nei progetti futuri del centrosinistra lombardo ha inasprito la lotta per la poltrona. I nomi per la successione sono tanti. Uno su tutti è quello di Umberto Ambrosoli. Ma dopo la sua timidissima campagna elettorale per le ultime regionali, nel Pd riflettono bene se schierarlo ancora per una sconfitta quasi certa. Allora Pisapia prova a piazzare lui il successore. E' Ada Lucia De Cesaris, il sempre più potente vicesindaco del comune di Milano, anche assessore all'Urbanistica e all'Edilizia, nonchè grande amica della moglie di Pisapia, Cinzia Sasso. La De Cesaris, avvocato molto capace, ha iniziato ad alzare la voce negli ultimi mesi e si starebbe organizzando in vista del prossimo appuntamento elettorale. Della rivoluzione arancione di Pisapia resterà un biglietto Atm per il trasporto pubblico lievitato del 50% e una vagonata di tasse che lasciano i milanesi con le tasche vuote. Imu e Area C sono state fatali. E Pisapia non può far altro che mollare. Ha fallito. (I.S)

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