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Lecco, il maniaco che creò il "catalogo delle donne single" in vendita condannato a un anno e sei mesi

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Claudia Osmetti
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Un anno e sei mesi di carcere. E’ quanto s’è beccato Antonio Nicola Marongelli, un 57enne lecchese (è residente nel paesino di Valmadrera) per aver inventato, e diffuso, il “catalogo delle donne single di Lecco”. La vicenda di Marongelli inizia nel 2017 quando gli viene la pensata: perché non scandagliare i social, cercare i profili delle donne senza compagno della provincia lariana e metterli assieme, magari con l’intento di rivedere il tutto? Detto fatto, l’uomo realizza in questo modo un e-book che contiene 1.218 profili (scaricati da Facebook) di altrettante donne che, sulle proprie pagine on-line, si dichiarano nubili o comunque non fidanzate e lo vende al prezzo di sette euro.

Ma non finisce qui, perché per completare la sua ricerca, e ottenere pure i dati anagrafici, Marongelli si spaccia per avvocato e fa il giro di alcuni Comuni del circondario. C’è una ragazza bionda che guarda il lago, di spalle, sulla copertina. E sotto la scritta, eloquente: “Catalogo”. Manco si trattasse di automobili, elettrodomestici o vini più o meno pregiati. “La sentenza di ieri è importante perché sancisce un principio sacrosanto: e cioè che con i dati che mettiamo sui social non si può far quel che si vuole”, dice Marisa Maraffino, l’avvocato che porta in tribunale le donne diffamate da Marongelli. 

Diffamate, sì, dato che il giudice di Lecco Chiara Arrighi (l’epilogo è delle scorse ore) infligge all’uomo un anno e sei mesi di reclusione per trattamento illecito di dati, sostituzione di persona e, appunto, diffamazione. Il pm, tanto per essere chiari, aveva chiesto la pena di solo un anno di carcere. Marongelli, inoltre, dovrà pagare un risarcimento di mille euro per ciascuna vittima che si è costituita parte civile. “Siamo partite in venti”, spiega Maraffino, “ma al processo ho preferito portarne solo otto, le donne che avrebbero potuto reggere uno stress simile. Non sono stati facili, per loro, gli ultimi quattro anni. Alcune sono andate dallo psicologo. Altre si vergognavano, per esempio, di parlarne anche solo di fronte ai famigliari. Altre ancora si sono cancellate dai social. Lecco è una città piccola: circolavano battute dal parrucchiere, per strada. Tra loro c’erano dottoresse, insegnanti, vedove e addirittura disabili. Hanno subito le prese in giro e si sentivano mercificate. E’ stato un lavoro molto delicato quello che abbiamo fatto”. 

Alla fine, però, è arrivato il verdetto che ha sancito il diritto (indiscutibile) all’autodeterminazione: “Spesso le vittime di reati informatici si sentono in colpa”, continua la legale, “e aspettano magari molto tempo prima di denunciare. Ecco, questo caso ci insegna che vale il contrario. Prima si procede, meglio è. Il “catalogo” di Lecco, infatti, è stato immediatamente bloccato e fermato dalle forze dell’ordine e la sua circolazione si è arrestata di colpo, dopo la denuncia. Teniamo a mente che erano già avvenuti download anche negli Stati Uniti”. Insomma, Marongelli aveva messo su un giro d’affari: l’e-book, fuori provincia, costava anche di più (17 euro). E c’è chi giura che fosse lì lì per completare altre due edizioni, quella di Monza e Brianza e quella Milanese. Ma il pronto intervento della procura lombarda e le indagini hanno impedito il peggio. “Con il risarcimento”, chiosa Maraffino, “abbiamo intenzione di finanziare degli incontri nelle scuole, per trattare con i ragazzi questi aspetti e ricordare loro che internet è una grande tecnologia, ma va usata con consapevolezza”. 

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