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Ultima Generazione, così gli eco-idioti arruolano altri idioti: un caso a Milano

Diego Mandarà
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Ormai recitano la filastrocca (o, per meglio dire, la barzelletta) a memoria: se nonagiamo subito,il pianeta nonesisterà più. E, come bravi soldatini, quelli di «Ultima Generazione» l’hanno ripetuta anche durante il «KlimatFest» che ha preso il via ieri al Parco Nord Milano, nei pressi del lago artificiale situato nel quartiere Niguarda. L’evento, giunto quest’anno alla quarta edizione, proseguirà fino al 4 giugno. Si tratta di una sorta di maxi raduno del mondo ambientalista ed ecologista dove tematiche come l’autonomia energetica, la comunicazione ambientale, le politiche pubbliche verso la transizione ecologica e la migrazione climatica sono dominanti. Partecipano alla tre giorni storiche associazioni come Legambiente, Greenpeace ed Emergency.

E poi ci sono loro: gli eco-vandali di «Ultima Generazione», movimento, composto prevalentemente da giovani, salito alla ribalta delle cronache nazionali per le sue azioni sopra le righe. In questi mesi abbiamo imparato a conoscerli: hanno imbrattato sculture, opere d’arte, e persino il Senato, hanno bloccato il traffico a Roma e, di recente, sempre davanti a Palazzo Madama, si sono spogliati nudi e cosparsi di melma al grido «portiamo il fango della politica nel palazzo della politica». Affermano di agire così «per richiamare l’attenzione della società sui cambiamenti climatici». Nel primo giorno del «KlimatFest» sono sembrati quasi degli intrusi. Infatti, mentre gli stand delle altre associazioni hanno catturato l’interesse dei frequentatori del Parco Nord, quello di «Ultima Generazione» per l’intera durata della giornata (dalle ore 10 alle ore 19) è rimasto pressoché vuoto.

 

 


DONAZIONI
Solo qualche ragazzino incuriosito, ma neanche troppo, si è avvicinato per rivolgere domande e chiedere informazioni. Insomma, almeno per il momento (ci sono altri due giorni di eventi - oggi e domani - davanti), un flop totale. Ma loro non si smentiscono mai. E, a chi ha deciso di ascoltare le loro storielle, hanno iniziato a chiedere di lasciare una donazione per sostenere le loro attività ma, soprattutto, le vicende legali in cui sono invischiati e per cui diversi membri sono tuttora a processo. Il 12 maggio si è tenuta la prima udienza del processo contro Laura, Davide e Alessandro che lo scorso gennaio hanno imbrattato la facciata del Senato. La prossima è fissata per il 18 ottobre. A questo si aggiunge la collezione di multe salate da pagare. Serve denaro, parecchio, e gli eco-vandali cercano di racimolarlo in ogni modo possibile.

 

 


Le sanzioni e i processi, però, non li fermano. «Il nostro obiettivo resta fare pressione diretta sul governo», dicono Andrea e Alessandra mentre sono intenti a promuovere la campagna «Non paghiamo il fossile». «Puntiamo a crescere ancora molto e a raccogliere nuovi iscritti in tutta Italia. Questa estate sentiremo più che mai gli effetti della crisi climatica ed è necessario affrontare subito il problema parlando con le persone». E anche in questo frangente non si sono smentiti: hanno chiesto offerte per potersi pagare viaggi, gli spazi per le presentazioni e le locandine. Cercano, poi, nuovi adepti da arruolare. L’obiettivo è quello di tornare a colpire la capitale. «Vogliamo paralizzare ancora il traffico per farci ascoltare», spiegano gli attivisti che accusano il governo di «investire denaro inutile nell’energia fossile» e chiedono di «finanziare maggiormente quella rinnovabile». E «solo compiendo disobbedienza civile abbiamo speranza di ricevere ascolto». Non utilizzano vere e proprie tecniche per entrare in azione, ma svolgono opera di convincimento sui nuovi arruolati lavorando sull’aspetto mentale.

NESSUNA PAURA
È normale avere paura di sdraiarsi in strada per bloccare la circolazione», afferma Alessandra che un mese fa era tra coloro che hanno mandato in tilt il grande raccordo anulare romano, «ma il percorso è graduale. Osservando le persone più "esperte", si inizia a prendere confidenza e, in maniera progressiva, si acquisisce una maggiore sicurezza. A quel punto distendersi sull’asfalto diventa quasi naturale, una formalità. Negli ultimi due mesi abbiamo effettuato quindici blocchi stradali. Da un lato abbiamo sentito una rabbia che ha sempre più i connotati dell’odio e dell’intolleranza, dall’altro diverse persone si sono mostrate solidali o, quantomeno, hanno compreso il motivo di questa protesta». Gli ambientalisti di «Ultima Generazione» presenti al Parco Nord hanno quindi annunciato di voler dare vita, nel mese di ottobre, ad «un raduno di massa verso Roma». Intanto, oltre ai blocchi stradali, prossimamente sono in programma nuove azioni, come gli imbrattamenti ai danni di opere pubbliche. Primo bersaglio è, ancora, il Senato. 

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