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Milan a San Donato, "non solo calcio" nel nuovo stadio: così cambierà tutto

Enrico Paoli
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Mica solo il calcio. Anche concerti e grandi eventi, e non solo di natura sportiva. Insomma, tutto quello che un nuovo stadio (funzionale e accogliente) può ospitare, come il futuro impianto del Milan in quel di San Donato, lo ospiterà eccome. Perché la società rossonera, con lo sguardo già rivolto all’area San Francesco dove dovrebbe sorgere la struttura, ha compiuto un deciso passo avanti circa la realizzazione della propria casa in quel di San Donato. Il Milan ha presentato alla Camera di Commercio la documentazione necessaria per diventare una Media Company, abbinando all’attività principale, cioè il calcio, anche l’organizzazione di eventi sportivi e musicali e, più in generale, d’intrattenimento. In pratica tutto quello che, attualmente, ospita il caro vecchio Meazza e che il Milan vuole lasciare.

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sull’operazione San Donato da parte del club rossonero, la mutata ragione sociale del Milan aumenta le quotazioni del trasloco nell’area San Francesco. Lo stesso Gerry Cardinale, fondatore e managing partner di RedBird, parlando a Bologna per la prima di campionato del suo Milan, ha sottolineato come la sua impresa sia qui «per vincere. Ma siamo qui per vincere in modo intelligente, perché vogliamo vincere a lungo, non una sola volta. Nello scenario attuale, la nostra capacità di realizzare con successo una evoluzione positiva», spiega il magnate americano, «dentro e fuori dal campo, potrà concretizzarsi solo attraverso una gestione finanziaria accorta e sofisticata». Insomma, risultati sul campo e investimenti fuori dal rettangolo verde. E il nuovo stadio rappresenta la madre di tutte le battaglie.

 

DIBATTITO IN AULA

In Consiglio comunale, a San Donato, la questione del nuovo stadio sarà affrontata già a settembre, dato che il dibattito fra favorevoli e contrari, in città, è già decollato. Il Milan, in modo da offrire alla giunta guidata dal sindaco, Francesco Squeri, materiale sufficiente per affrontare il dibattito in Aula, ha confermato l’intenzione di voler organizzare, in totale, circa 45 eventi l’anno. Nello specifico significa le 19 partite casalinghe del campionato di serie A, alle quali vanno aggiunte le gare di Champions e Coppa Italia (una decina circa) e una quindicina di concerti, stando alla stima più bassa, visto che la stagione dei grandi eventi potrebbe essere ben più ricca e articolata.

 

GRANDI OPERE

Il club calcistico guidato da Paolo Scaroni, come spiegato nel dettaglio dal quotidiano Il Cittadino, si starebbe preparando a costruire un impianto da circa 70mila spettatori, mediante un investimento che si aggirerà intorno ai 700 milioni di euro, corredato da una serie di attrattive che spaziano dai negozi, al museo del Milan, fino ad un residence e all’ipotesi di un Parco avventura per i bambini. L’assessore comunale di San Donato, Massimiliano Mistretta, parlando con il Cittadino della variazione societaria del club spiega come la cosa non lo abbia «stupito». «La società si sta preparando a gestire un proprio stadio tenendo conto, ad esempio, che anche a San Siro vengono ospitati i concerti». Certo, per ora resta necessario usare il condizionale, anche se il percorso intrapreso dal Milan sembra più che mai delineato. E stessa cosa potrebbe accadere a Rozzano, dove l’Inter potrebbe realizzare il proprio impianto. Qui siamo ancora alla verifica di fattibilità da parte della società nerazzurra. Ma anche qui sarebbero più che contenti di ospitare un tempio del calcio e della musica. L’unico ad essere scontento, se non addirittura disperato, rischia di essere il comune di Milano, destinato a perdere non solo il calcio, ma anche i concerti a San Siro, e con loro gli introiti nel bilancio. Per la Scala del calcio il sipario rischia di chiudersi davvero... 

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