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Milano, "rubano l'auto e la fanno a pezzi in tre giorni": cosa sta succedendo

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Giorgio Valleris
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Lo spettacolo che si è trovato di fronte un cittadino milanese, sfortunato protagonista di questa vicenda, sembrava uscito da un film apocalittico: perché della sua Fiat Panda restava solo una carcassa devastata. Semplicemente irriconoscibile. Ma procediamo con ordine. Salvatore, milanese residente nella zona compresa tra viale Umbria e piazzale Corvetto, domenica mattina era uscito di casa con la moglie per andare a fare un po’ di spesa quando ha avuto la prima, amara sorpresa. L’auto della consorte, appunto una Fiat Panda di colore blu, non c’era più. Volatilizzata. «L’avevamo parcheggiata il sabato sera vicino a casa ma l’indomani mattina non c’era più. Abbiamo subito fatto denuncia anche se non avevamo molte speranze di ritrovarla».
E invece, pochi giorni dopo, intorno a mezzanotte, arriva la chiamata da parte dei carabinieri: «Abbiamo trovato l’automobile». Salvatore e la moglie si precipitano all’indirizzo indicato dalle forze dell’ordine: via Romualdo Bonfadini. Ovvero nei pressi del campo nomadi che, come avevamo documentato pochi giorni fa in un articolo, è diventato un autentico “cimitero delle automobili” che spariscono a Milano.

Salvatore e la moglie lo hanno constatato con i loro occhi: «Ci saranno state una ventina di auto completamente distrutte e bruciate». Fra queste, purtroppo, anche la loro. Ecco la seconda, amara sorpresa. «L’auto non esisteva più: c’era solo la carrozzeria. E oltre al danno la beffa- continua lo sfortunato protagonista di questa storia - perché in queste condizioni la vettura non è certo riparabile e non mi resta che rottamarla perché al momento risulta ancora di nostra proprietà e stiamo pagando il bollo per una macchina che è da demolire». E così faranno, ovviamente. «Purtroppo non è una novità: solo nell’ultimo anno ho trovato il finestrino della mia Volkswagen Passat spaccato per ben tre volte e una volta mi è stato perfino rubato il navigatore con tutta la parte del cruscotto dedicata all’infotainment». Danneggiamenti subiti sia vicino a casa in piazzale Cuoco che nei pressi di Porta Genova. «Sebbene nella mia zona siano stati realizzati complessi residenziali nuovi, io abito in uno di questi, la vicinanza con queste aree di degrado si fa sentire, anche se ritengo che questa sensazione riguardi un po’ tutta Milano». «Quando sono entrato in via Bonfadini ho visto una strada devastata».

Tant’è che, di fronte ai resti della sua utilitaria, senza più sedili, volante, cofano, motore e perfino spogliata dello sportello del bagagliaio, Salvatore prende lo smartphone e prova a filmare l’accaduto ma non trova le parole e si limita a commentare: «È una cosa incredibile». Più che una formalità burocratica, si sono ritrovati ad assistere ad una autopsia automobilistica in un far west a pochissimi chilometri da casa loro. Nel giro di pochissimi giorni, i ladri avevano spogliato la piccola utilitaria di ogni componente rivendibile sul mercato nero dei pezzi di ricambio. Un’altra storia di ordinaria follia che arriva da quel campo nomadi che ormai è diventato il tempio dei pezzi di ricambio. E se, purtroppo, non stupisce più ritrovare qui la propria auto rubata, quello che sorprende è la rapidità con la quale questi criminali sventrano letteralmente le vetture.

Questa è l’ennesima riprova: a Milano, il fenomeno delle auto rubate sta assumendo proporzioni preoccupanti. Quasi paradossali. Come è paradossale che questi criminali non cerchino nemmeno più di nascondere le automobili rubate ma le portino sempre negli stessi posti, dove poi, per ore, le “lavorano” a modo loro, per chiudere in “bellezza” con un gran falò. Riccardo De Corato, parlamentare di Fratelli d’Italia sbotta: «E meno male che l’assessore Granelli si vantava di aver portato i corsi di educazione civica all’interno di questo campo rom. Questo è ciò che accade nel campo nomadi fiore all’occhiello di Palazzo Marino». I responsabili di questo scempio, «sono autentici criminali che delinquono, cannibalizzano le auto e non solo».

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