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Milano, il tunnel del terrore tra rapine e senza tetto

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Massimo Sanvito
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Una tenda verde è appoggiata su un materasso. Poi un lettino pieno di coperte. Un’altra tenda sopra un bancale di legno. Quattro sedie e un tavolino. Un altro materasso steso a terra. Bottiglie, uno zaino, un paio di scarpe. È un villaggio abusivo quello che sorge nell’ultimo dei quattro sottopassi di via Palmanova verso la periferia, sul retro dei caseggiati popolari tra i civici 73 e 87 di via Rizzoli. Le presenze stanno aumentando, complice il fatto che il tunnel non chiude durante gli orari nottuni per far sì che sia garantita la continuità della pista ciclopedonale che lo attraversa.

E così la paura monta nel quartiere. «Lo stato di abbandono è evidente: la classica teoria del vetro rotto secondo cui tutto è destinato a peggiorare...», spiega Mattia Ferrarese, consigliere municipale di Fratelli d’Italia in Zona 3, che si è attivato per chiedere «un intervento tempestivo di supporto per i senzatetto, mettendo in campo ogni formula disponibile e in linea con il Piano Freddo, oltre a ripristinare le condizioni originali degli ambiti in questione». Della serie: clochard nei dormitori e tunnel sgomberato. Il Municipio, al momento, si è limitato a prenderne atto per segnalare in Comune. Ma i problemi non si esauriscono nella tendopoli abusiva. Tra il civico 152 di via Palmanova e via Bottego, infatti, il secondo sottopasso (verso la periferia, ndr) noto come «Sottopazzo» per i murales a tema Alice nel paese delle meraviglie è il covo preferito dai balordi.

Sabato sera, poco dopo le 23, una ragazza è stata derubata del proprio cellulare: due giovanissimi maghrebini glielo hanno strappato dalle mani a due passi dall’imbocco del tunnel- già chiuso- per poi scavalcare la recinzione e darsi alla fuga attraversi i binari della metropolitana scoperta che sferraglia lì sopra. Due estati fa, dopo una rapina a un minimarket di via Bottego, i rapinatori erano scappati passando dal sottopasso. E tanti saluti a tutti... Dunque? «Il 9 giugno del 2022 ho presentanto un emendamento al piano telecamere (3,5 milioni di euro per tutta Milano, ndr) per chiedere l’installazione di occhi elettronici in corrispondenza di tutti e quattro i sottopassi che ci sono in via Palmanova». Nonostante i solleciti nulla è ancora stato fatto. «E pensare che il presidente Antola (del Municipio 3, ndr) e l’assessore Maran (ai tempi all’Urbanistica) già nel 2017 parlavano di telecamere...», sottolinea Ferrarese. 

Sono passati sei anni, eppure nulla si è ancora mosso. E dire che la video-sorveglienza, visibile, fungerebbe sia da deterrente sia per agevolare le indagini delle forze dell’ordine ogni qual volta un delinquente colpisce in angoli che non dovrebbero affatto essere ciechi.

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